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Biden vuol leggere i whatsapp degli americani - Seconda parte

Questo il parere che abbiamo raccolto da un ordinario dell’Università La Sapienza di Roma, che sotto anonimato ci aveva già segnalato, alcuni mesi fa, una serie di potenziali rischi relativi agli effetti neurotossici della proteina Spike: “Gli effetti neuropatologici della proteina Spike possono essere sia diretti, oppure di natura vascolare, sia a livello dei nervi periferici che a livello centrale, e quindi manifestarsi con mieliti acute o encefaliti di tipo vascolare; altri effetti possono essere di natura autoimmune, come la polineuropatia di Guillain-Barré ma anche fenomeni di vasculite. Infine esiste un effetto cosiddetto prionico, quest’ultimo da porre in relazione però ad effetti più a lungo termine che non nell’immediato”.

Molte sono le patologie ancora ignote – ribadiamo, dichiarate dai produttori stessi dei vaccini al momento della richiesta di autorizzazione emergenziale alle autorità competenti – che ci troviamo solo oggi, o ci troveremo un domani, a dover affrontare. Per giunta, dopo aver firmato un consenso informato, che scarica ogni responsabilità sui pazienti. I quali devono aver scelto però liberamente (almeno secondo tutti i documenti ufficiali) l’inoculazione di farmaci che saranno definitivamente approvati solo alla fine del 2023.

Ci auguriamo che si preferisca accendere un faro per informare correttamente i cittadini anche dei potenziali rischi legati a questi vaccini, piuttosto che nascondere la testa sotto la sabbia e puntare su una coercizione, seppure indiretta, che renderà le persone “esistanti” ancora più convinte nella loro resistenza. L’unico modo di vincere una “guerra”, quando si entra nel territorio dell’etica, è quella di giocare lealmente. E per giocare lealmente, uno Stato non può e non deve barare. A pena di perdere, insieme alla sua classe medica, qualsiasi fiducia nelle conquieste mediche, così faticosamente conquistate.

Beatrice Nencha, 14 luglio 2021

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