Buzzi aveva ragione: l’immigrazione è un business

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Due notizie all’apparenza irrelate. La prima. Diciotto arresti in tre Regioni d’Italia nel settore dell’accoglienza agli immigrati. Con i fondi ottenuti dallo Stato ristrutturavano ville e organizzavano feste. Un caso isolato? La sola Guardia di Finanza negli ultimi anni bussa alla porta di una Onlus ogni sei giorni, arrestando qualcuno. I filantropi fermati ieri, tra le altre cose, avevano messo in nota spese allo Stato il restauro di una villa privata con campo da tennis. L’inchiesta è partita quando in nota spese è finita la festa di compleanno di un ragazzino (cento invitati). Nel 2018, in seguito alla riduzione degli sbarchi, lo Stato ha risparmiato 1,6 miliardi di euro, con dispiacere della criminalità che campa alle nostre spalle con la scusa degli immigrati. Capito cosa intendeva Salvatore Buzzi, al centro della cosiddetta Mafia capitale, che poi non era mafia, quando diceva che si guadagna più con il traffico di immigrati che con il traffico di stupefacenti. Ulteriori dettagli nel pezzo di Lorenzo Mottola su Libero di oggi.

Altra notizia, questa volta arriva dal Giornale a firma di Alberto Giannoni. Il bravissimo Giannoni ha ottenuto il dettaglio del flusso di denaro in partenza dal Qatar e destinato al nostro paese. Per ora sono arrivati circa 23 milioni ma ne sono stati stanziati 50 per finanziare un totale di 45 progetti. Progetti che consistono nel rafforzare, costruire, ampliare moschee e centri islamici. La somma più alta: 5 milioni per Bergamo. Subito dopo Roma centocelle: 4 milioni. I finanziamenti sono diretti soprattutto al Nord e in Sicilia. Sottolineiamo: non c’è niente di illegale. C’è forse una questione culturale. Il Qatar sponsorizza una versione ultra conservatrice dell’islam e lo fa nella ancora giovane comunità islamica italiana. Cosa che rende potenzialmente più difficile l’integrazione.

Bene. Le due notizie sono irrelate. Beh. Insomma. Da una parte porti aperti (per fare soldi), dall’altra un mare di soldi per insegnare agli immigrati una versione fondamentalista dell’islam. Mettete insieme le due cose e immaginate il futuro.

Alessandro Gnocchi, 24 ottobre 2019

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