Una capacità e rapidità di calcolo inimmaginabili: è la prospettiva dell’era quantistica, la trasformazione tecnologica prossima ventura che si basa sulla teoria fisica dei “quanti” di Max Planck. Il pensiero corre subito all’avvento dell’intelligenza artificiale, dagli avatar e alla progettazione con i “gemelli digitali”, ma non è solo questo. L’applicazione della teoria quantistica nella elaborazione di dati (il cosiddetto Quantum Computing) apre nuove frontiere, offre positive ricadute sulla vita di tutti i giorni: dalla medicina allo studio dei farmaci, dall’affidabilità dei navigatori alla resilienza della rete cellulare, dall’efficacia delle password al mondo degli investimenti. Ad aiutarci a capire di più è un articolato libro bianco che gli analisti di Cassa Depositi e Prestiti hanno realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e DATA Reply, aguzzando lo sguardo proprio su come il settore finanziario potrebbe beneficiare più degli altri delle capacità computazionali promesse dai futuri computer quantistici per la grande varietà e complessità di dati da gestire.
Un impatto da 1.350 miliardi di dollari
Si tratta di una tecnologia in rapida ascesa, in grado di “spremere” in un tempo brevissimo una grande mole di dati e variabili. Fornendo dati preziosi per esempio per ottimizzare i servizi di home banking e di trading online, un portafoglio di investimenti e la gestione dei derivati o i prezzi delle opzioni, per l’analisi dei rischi e la caccia alle frodi che minacciano il business bancario e assicurativo o ancora per prevedere dove andrà il mercato nei mesi futuri o come evolverà la quotazione di un singolo titolo. Non per nulla – avverte il report di Cdp – si stima che il Quantum Computing avrà un impatto di oltre 1.350 di dollari a livello globale entro il 2028. Numerosi e massicci sono infatti già ora gli investimenti di Stati Uniti, Canada, Unione Europea e Cina in questo salto nel futuro: l’esborso ha raggiunto i 35,5 miliardi di dollari e vede Pechino in testa con uno stanziamento pubblico di 15,3 miliardi.
ll “qubit”, il navigatore del futuro
A rendere possibile tutto questo è il “qubit”, equivalente quantistico del bit ma molto più potente del suo progenitore. Non è questo il luogo per addentrarsi in campi da fisici e ingegneri, ma per avere una idea della potenza del qubit possiamo dire che, immaginando di fissare un punto su una sfera che rappresenta il pianeta Terra, impiegando un singolo bit e fissato un orientamento, si potrà al massimo capire in quale emisfero si trova, mentre il qubit ci dirà la sua precisa posizione sul globo. Insomma un navigatore del futuro dalla precisione millimetrica. Altro concetto fondamentale è poi quello dell’Entanglement. Si tratta di un fenomeno per cui due particelle, inizialmente indipendenti, risultano poi “collegate” anche se sono poste distantissime tra loro. E quindi la modifica dello stato di una di esse si rifletterà anche sullo stato dell’altra. Da qui le ricadute per esempio sulla sicurezza di crittografia e password.
Gioco di squadra pubblico-privato per vincere
Messi in risalto rapidità e vantaggi degli algoritmi quantistici rispetto a quelli classici, il report di Cdp si sofferma quindi sulle minacce cyber intrinseche alla rivoluzione atto. A partire dal fatto che i nuovi super-elaboratori, se utilizzati dagli hacker o peggio dalla criminalità organizzata, potrebbero avere la forza di intaccare i protocolli di sicurezza attualmente in uso. Essenziale quindi provvedere per tempo ad alzare difese informatiche adatte e puntare sulla formazione del personale, al fine di avere chiare opportunità e problemi di questo salto quantico. Altrettanto irrinunciabile – si legge nello studio – è attuare un gioco di squadra tra pubblico e privato, per trasformare un traguardo della conoscenza in una grande opportunità senza precedenti sia per la Pubblica Amministrazione. Per averne conferma basta pensare a quanto sta avvenendo con l’Intelligenza Artificiale. Non per nulla Berlino, proprio per mantenere la propria posizione di leader nella corsa globale per la tecnologia quantistica, sta investendo attivamente nella ricerca. In sintesi, aggiungiamo noi, fissare delle regole come ha fatto Bruxelles alla IA è lodevole ma probabilmente non basta: occorrono campioni in grado di competere sullo scenario internazionale. Perché, sebbene le tempistiche di adozione di questa nuova tecnologia risultino ancora incerte, gli investimenti già decisi e quelli previsti promettono uno sviluppo ancor più rapido delle capacità dei dispositivi quantum di quanto oggi prevedibile.
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