Chi sono i patrioti secondo il generale Vannacci

L’ottava puntata della serie che analizza il testo del “Mondo al contrario”

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Chi sono i patrioti? Cos’è la Patria? Come, da chi e perché questi concetti sono stati messi sotto processo? Devono essere state queste le domande che il generale Vannacci si è posto prima di stilare l’ottavo capitolo del suo libro. Un capitolo, invero, che non ha il merito di essere molto ricco nel contenuto teorico, ma che è evidentemente stato redatto a partire da ideali ben definiti, che troppi sbagliano a chiamare vetusti.

Patria e patrioti oggi

L’autore dà una definizione propria dei termini “Patria” e “patriota”. Scrive della Patria che: non è necessariamente il luogo in cui nasci, bensì è quello in cui immagini di avere la tua casa e di voler vivere la tua vita; il luogo in cui tutto ha “un sapore e un gusto diverso” e al quale ci si sente legati anzitutto emotivamente. Poi descrive “il patriota” come qualcuno che, grazie al suo grande impegno, riesce a ergersi come rappresentante del proprio Paese, onorando la sua bandiera nel mondo.

Una descrizione che sigla con l’esempio del locale All’Antico Vinaio e della famiglia Mazzanti “che con la sua passione, creatività, inventiva e tanta, tanta gavetta ha trasformato una semplice locanda nel locale più recensito al mondo esportando le focacce con prodotti tipici toscani, la simpatia, la genialità italica e il nome della nostra Patria in tutto il mondo”. L’attaccamento alle tradizioni, il senso d’appartenenza, il culto delle radici e la voglia di primeggiare con il tricolore sarebbero gli elementi costituenti il grande patriota italiano.

Patria e globalizzazione a confronto

Ma se per buono c’è tutto questo – crede Vannacci – per cattivo c’è chiunque, all’idea di patrie distinte, oppone la necessità di creare una sola unità globale, anti-divisiva e omogenea. “Non capisco il Mondo al Contrario nel quale viviamo oggi dove la Patria è considerata antipatica, divisiva, scomoda ed a volte anche giudicata pericolosa” denuncia lo scrittore.

Comprendendo che solo distruggendo i significati di Patria e Nazione potrebbero farsi avanti le idee del multiculturalismo, della globalizzazione e della perdita di sovranità. Idee benamate da una considerevole parte della sinistra, che aspirerebbe a fare del Nuovo Mondo un Paese compatto: di un solo popolo e una sola bandiera.

L’assalto ai simboli della Nazione

E come condurrebbero l’attacco alla Patria gli anti-patrioti? Non potendone eliminare giuridicamente il nome – contenuto nella e protetto dalla Costituzione – proverebbero a disintegrarne i simboli connessi. Particolarmente, l’assalto global si compierebbe verso:

1. l’inno nazionale, che viene intonato raramente (quasi solo durante gli eventi sportivi) e insegnato poco (nonostante una legge ne preveda la diffusione a livello didattico), quando non viene messo in discussione e in paragone con altre canzoni che del Belpaese sarebbero meno rappresentative (come “Bella Ciao”);

2. la bandiera italiana, che si vede di rado e in formato minimale (in ossequio alla presenza degli altri gruppi etnici);

3. la cittadinanza, che vari intellettuali vorrebbero rendere alla portata di tutti, eliminandone quasi la legittimità;

4. le frontiere, che sono la rappresentanza tangibile dei confini e che in un mondo globale strutturano il male della divisione.

Gabriele Nostro, 20 settembre 2023

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