Come funziana(va) il business dell’accoglienza in 4 mosse

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Il mese d’agosto, visto che i miei due amici professori Dario e Umberto vogliono che mi riposarmi e mi rilassi, vorrei trasformarlo in un momento di divertissement, di speculazione intellettuale. Sotto l’ombrellone mi è venuto un lampo, eccolo: “Solo il mercato può risolvere per l’Italia il problema dei migranti economici. Il mercato ha una agilità anguillesca che lo porta a risolvere anche un caso complicato come questo”. Né i globalisti, né i sovranisti, ci avevano pensato.

Giuseppe Conte ha fatto una mossa che il governo pensava politica, invece, a sua insaputa, si è rivelata manageriale. Cosa si sono inventati per uscire dalla trappola nella quale Matteo Renzi e Emma Bonino avevano costretto tutti noi, attraverso un patto leonino con Bruxelles? Il patto volava alto, poi gratta gratta scambiava flessibilità con presa in carico di tutti (o quasi) i migranti (93% economici, 7% veri) presenti nelle acque del Mediterraneo. Una follia politica ed economica? Lo vedremo dopo.

Analizziamo il modello di business oggi ancora in essere, messo a punto dai vari attori, e che fino all’arrivo del Governo Conte funzionava come un orologio (svizzero):

1. Le élite cosmopolite perseguivano la strategia di creare le condizioni politiche, organizzative e comunicazionali per rifornire di mano d’opera giovane e forte i paesi europei obbligati a mantenere il costo del lavoro basso causa globalizzazione. Con l’immigrazione selvaggia scassavano così i singoli stati, costretti a cedere sovranità per sopravvivere sotto la guida di organizzazioni sovranazionali non elette. La soluzione finale 2.0? Non lo sapremo mai, visto che il disegno potrebbe fallire.

2. La loro flotta di Ong acquatiche avevano tutte un modello di ingaggio che le poneva ai limiti delle acque territoriali libiche, così trasbordava dai gommoni degli scafisti i migranti e li portava in Italia, come da Protocollo. Armatori e capitani erano valutati in base ai volumi presi e consegnati. L’equipaggio era invece fatto da volontari, tutte persone perbene che meritano rispetto e stima massime.

3. Arrivati in Italia i migranti entravano in un circuito di Coop bianche, gialle, rosse strutturate per fare business, a detta di alcuni loro vertici, più redditizi della droga.

4. L’intero ricavo prodotto se lo dividevano: a) l’organizzazione logistica africana (criminale) si appropriava dei 4-8-10.000 $ che ogni singolo migrante economico investiva per arrivare in Italia; b) le Coop italiche si dividevano una parte dei 4-5 miliardi $ che è il costo annuo dei migranti a carico del bilancio dello Stato. Le Ong acquatiche ricevevano sempre più donazioni, e avevano alti tassi di crescita. Tutto procedeva al meglio, poi l’Italia del dopo 4 marzo fece una mossa.

Qual è stata la mossa manageriale, non politica, del governo Conte che ha fatto saltare il modello di business delle organizzazioni logistiche africane? Potenziare la Guardia costiera libica, dotandola di altre motovedette in aggiunta a quelle fornite da Marco Minniti (l’Italia perbene dovrà essergli eternamente grata per essere stato il primo a spezzare l’insano giochino), dire all’Europa che i confini italiani erano i confini europei (copyright di Conte), minacciare di chiudere i porti senza farlo e dare un paio di esempi alle Ong e agli armatori privati per farli tornare nell’area della legalità e uscire da quella delle furbate (copyright di Matteo Salvini).

Il resto lo ha fatto, in autonomia, il mitico “Mercato”. Questi, capita l’antifona, si è riposizionato, riposizionando tutti i business che gravitano intorno a quello principale. Le organizzazioni logistiche africane, stante il rischio di perdere il ricco business di cui sopra, hanno ridisegnato i loro business plan spostando, in prospettiva, gli arrivi dall’Africa profonda verso Tunisia e Marocco, altrettanto hanno fatto gli scafisti con i loro gommoni, modificando così la destinazione finale: Spagna, anziché Italia. Le Ong acquatiche si adegueranno in fretta, le élite cosmopolite pure. Resta il problema delle Coop italiche costrette a riconvertirsi in attività rispettose della legalità.

Da questa vicenda l’unica organizzazione che ne esce molto bene, perché ha avuto un approccio serio, rispettoso della legalità, è la Comunità di Sant’Egidio che seleziona in loco chi ne ha veramente bisogno (vecchi, donne, bambini) e pure diritto (Convenzione di Ginevra), trova loro un’abitazione e un lavoro e poi li fa venire. Però in aereo. Si fa così, senza spendere tante chiacchiere, fingendo di essere ciò che non si è.

Lo possiamo dire? Anche questa volta il “Mercato” vincerà, accumunando nella vittoria globalisti e sovranisti (quelli perbene), come ci ha insegnato la Comunità di Sant’Egidio e tutti quelli che operano nella legalità.

Riccardo Ruggeri, 3 agosto 2018

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