Con lo spot di Fedez, Conte ci tratta da grillini medi

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A forza di rapportarsi con la classe dirigente grillina, Conte deve essersi convinto che tutti gli italiani siano come il grillino medio e, tralasciando le misure adottate con i Dpcm, utilizza una comunicazione in cui si rapporta con i cittadini come fossero persone incapaci di intendere e di volere.

Conte chiama i Ferragnez

Non solo lo stato ci dice come comportarci – il che in alcuni ambiti, visto il momento che stiamo attraversando, è comprensibile – ma lo fa spesso con messaggi lesivi della nostra intelligenza. Non bastava dirci cosa dobbiamo fare dentro casa nostra, un’affermazione che contraddice ogni principio democratico e liberale, ma ora addirittura dobbiamo addirittura sorbirci la lezioncina da Fedez e Chiara Ferragni che ci insegnano come stare al mondo. La mascherina la indossiamo perché ce lo dicono medici ed esperti, non un rapper e una influencer. Dopo mesi di retorica sulla competenza, l’importanza degli esperti, siamo ridotti a un Presidente del Consiglio che interpella Fedez per spiegarci come comportarci. La tragedia lascia spazio alla farsa.

Italiani allo sbaraglio

Ma c’è un problema più profondo ed è la scarsa fiducia negli italiani che nei mesi scorsi hanno invece dato prova di grande senso di responsabilità nei giorni più difficili del lockdown. Oggi, alla paura per la situazione sanitaria, si aggiunge un timore crescente per le ricadute socio-economiche di un nuovo lockdown e per le misure ogni giorno più stringenti intraprese dal governo e dagli enti locali che portano una fetta consistente della popolazione a guardare il futuro con crescente preoccupazione. Mentre la situazione è sempre più complicata, i cittadini si trovano privi di risposte concrete per fronteggiare la crisi e al tempo stesso sono trattati come incapaci di intendere e di volere quando in realtà, ad essere sconnesso dalla realtà, a giudicare da alcune delle decisioni intraprese, sembra essere il governo.

Sembra di rivivere un déjà vu di quanto accaduto in primavera con l’assenza di un coordinamento, una comunicazione contraddittoria tra governo, regioni e comuni, una vaghezza delle norme che genera confusione e interpretazioni discordanti contraddicendo la regola base da seguire in un momento di emergenza: la chiarezza e una comunicazione rassicurante nei confronti dei cittadini. Stiamo entrando nei mesi più difficili sia da un punto di vista sanitario sia economico, una comunicazione trasparente e lineare basata sulla sostanza e sulla forma dovrebbe rappresentare un imperativo per il governo ma purtroppo ad oggi sembrano mancare sia la forma sia la sostanza e a pagarne le conseguenze sono gli italiani.

Francesco Giubilei, 22 ottobre 2020

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