Cosa ne pensano i “merdi” di Saviano

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Un lettino di un pronto soccorso italiano. Sembra un quadro di desolazione tratto dagli interni descritti nella serie “Gomorra” ma è la fotografia scattata da Roberto Saviano che si congeda per qualche giorno da Facebook scrivendo sotto l’immagine:

“Mi tocca… le coliche renali si sono abbattute su di me implacabili e dolorosissime. Forse tutta la merda ricevuta dai merdi*, in questi anni, doveva esser drenata dal corpo, e ha lasciato sedimentazioni. Ora dovrò subire un piccolo intervento e sarò meno presente qui, ma so che penserete a me, e questa cosa mi riempie di gioia. Lehaim!”.

E poi nel primo posto spiega che *Merdi, definizione con cui si identificano (indipendentemente dal genere) l’uommene ’e merda. Quindi chi critica o ha criticato Saviano in questi anni sappia che è responsabile della salute fisica del “Giovane Holding”. Una strana visione di democrazia, dare dei “merdi”, dei “uommene ’e merda”, a chi non condivide le sue opinioni. Non c’è nesso medico causale con la patologia, come spiega anche un medico intervenuto, ma si sa lo stress di ricevere milioni di euro per trasformare i suoi libri in serie tv ormai ridotte a “sparatutto” come nei peggiori videogame, può fare brutti scherzi.

Auguriamo a Roberto Saviano una pronta guarigione, non vogliamo essere “merdi” ma colpiscono i commenti non di lettori ma di un vero e proprio “fan club”: chi si improvvisa medico, negazionista sui vaccini, chi propone “il codice rosso” nei Pronto Soccorso per le “coliche”, colpevolisti ed è subito causa del Covid, chi si improvvisa esperto di negatività e malocchio, chi consiglia la “metamedicina”.

Ecco alcuni dei commenti tratti dalla sua bacheca facebook:

“Sono cose che capitano, per fortuna non tutte le negatività inviate dagli altri ci pervengono in maniera così mirata… Pensa a me… ieri mi hanno somministrato Astra Zeneca”.

“Ma cosa ci combini? Tutta colpa del Covid anche questa. Troppo tempo senza abbracci reali ti hanno lasciato addosso solo le cattiverie subite”.

“Ora pensa a riprenderti, noi nel frattempo organizziamo un bel bagno di folla purificante, non appena la situazione dei vaccini si sblocchi e potremo tornare a incontrarci ed abbracciarci come prima. Stai su!”

“A proposito le coliche renali al pronto soccorso non sono considerate un codice rosso. Capisco che non siano letali ma puoi morire comunque per il troppo dolore. Cambiamo il colore alle coliche!”

“Dovrebbe lavorare sulle sue paure. I calcoli, nella metamedicina, come significato simbolico, rappresentano appunto la cristallizzazione delle proprie paure”.

“Sono un medico ed anche io sofferente dello stesso problema. Per quanto ti sia inimicato parecchie persone non c’è purtroppo correlazione con la malattia (sarebbe facile pensare di non occuparti più del tuo lavoro ed essere in futuro libero dalla malattia). E sì, è un dolore molto importante, nella scala del dolore ai primi posti insieme a quello del parto ed al mal di denti. È un dolore sia profondo che superficiale, capace di svegliarti nel sonno. La prevenzione per il futuro è la soluzione se no la recidiva è dietro l’angolo. In bocca al lupo”.

O più semplicemente:

“Roberto Saviano, ma sai almeno cosa sono le coliche renali? Non c’entrano niente con la “merda” che hai descritto, ma dipendono dalle vie urinarie per i calcoli che si formano nei reni e nella vescica.”

Se volete continua sulla bacheca di Roberto Saviano, dove ci informa che oggi è stato operato.

Gian Paolo Serino, 18 marzo 2021

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