Pubblichiamo la traduzione in italiano dell’articolo apparso il 18 aprile 2025 su Politika, il più autorevole e diffuso quotidiano di Belgrado.
“È stato difficile per me venire dalla Exxon Mobil, società disciplinata e altamente orientata al lavoro di squadra, e andare a lavorare per un uomo che è piuttosto indisciplinato, al quale non piace leggere, che non si cura dei rapporti di briefing, a cui non interessa entrare nei dettagli di molte cose e che infine semplicemente conclude le discussioni dicendo: ‘Ah, io ritengo sia così”.
Queste le parole (a ben vedere, con differenti sfumature, utilizzabili per identificare non pochi uomini di potere) usate in una intervista al Washington Post da Rex Tillerson – il Segretario di Stato chiamato dal tycoon ad assumere l’alto incarico su suggerimento di Condoleezza Rice e rimasto effimeramente in carica dall’1 febbraio 2017 al 31 marzo 2018 – per rappresentare Donald Trump.
Orbene, è davvero ipotizzabile che un uomo di tal fatta, il tycoon, non abbia prima o poi in forte uggia (e che, creativamente, non cerchi di ‘liberarsene’ prima) una persona altrettanto grandemente individualista ed egocentrica come Elon Musk?
Hanno collaborato eccome i due, ciascuno nel proprio ruolo (a partire dalla campagna elettorale generosamente foraggiata da Musk) anche se le tentazioni egemoniche del magnate di origini sudafricane (questo il suo cruccio: non potrà mai aspirare alla Casa Bianca, all’ipotetico ‘potere assoluto’, non essendo cittadino americano dalla nascita), arrivato ad assumere il ruolo nientemeno di Capo del neonato Dipartimento dell’Efficenza Governativa, vengono dallo stesso con grande difficoltà contenute.
V’è fortemente da pensare – dati alcuni scricchiolii di fondo e le lamentazioni di non pochi anche tra i repubblicani – che il periodo che ha visto tra i due la corresponsione di amorosi sensi sia avviato alla fine.
Non è d’altra parte stabilito nero su bianco un termine preciso (centotrenta giorni) all’impegno governativo di Musk?
Non ha lo stesso Trump pochi giorni fa dichiarato che quel “ragazzo molto talentuoso… a un certo punto vorrà tornare alla sua azienda” aggiungendo, quanto alla continuazione del predetto Dipartimento anche senza Elon che il progetto “a un certo punto…finirà” quasi in fondo altro non sia stato che un giocattolo affidato al giovanotto perché non si annoiasse?
Queste le (come detto ‘creative’) prospettive infine: un distacco in favore di telecamere tra amici con sinceri ringraziamenti e reciproche pacche sulle spalle, auguri trumpiani di ogni bene, assicurazioni del magnate di una propria disponibilità futura se e in quanto necessaria. E il successivo mantenimento degli impegni essendo loro interesse reciproco che così sia.
Uomini di mondo, i due signori, no?
Si è detto e ripetuto, prima, che Musk, in questo modo impegnato, abbia grandemente guadagnato. Assai di recente, poi, che abbia perso. Non comprendono gli osservatori che all’uomo più ricco al mondo i denari (non da adesso) interessano molto relativamente Come, percorrendo assolutamente differenti strade, al rieletto Donald Trump che vuole semplicemente cambiare il mondo e a tal fine opera!
di Mauro della Porta Raffo
*Presidente onorario della Fondazione Italia USA