Così il green pass crea un lockdown al contrario

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Mi tocca tornare sul green pass perché dall’acceso dibattito che è in atto, non ne è stata accolta la vera e più intima essenza. Ribadiamo, innanzitutto, che anche i più ritardati mentali hanno capito che esso non ha alcuna funzione in ordine alla diffusione del virus: anche i vaccinati possono trasmetterlo. Quindi privilegiare i vaccinati col semaforo verde e dare semaforo rosso ai non vaccinati è una disparità.

Green pass, paradossi discriminanti

Né vale l’obiezione che la disparità sarebbe giustificata dal fatto che la probabilità di essere contagiosi è maggiore – a quanto pare il triplo – tra i non vaccinati che tra i vaccinati. E non vale perché la probabilità che un vaccinato sia contagioso risulta maggiore di quella del non vaccinato la cui probabilità di essere contagioso è addirittura zero se, eseguito il test, risulti negativo e quindi meritevole di semaforo verde. Questi, allora, può pretendere che la logica della probabilità che gli ha imposto di fare il test per ottenere il green pass, sia ora applicata ai vaccinati che non hanno fatto il test. Quindi neanche l’argomento della probabilità vale.

Né vale l’argomentazione, che ho letto sul Giornale, di Francesco Forte, secondo cui la salute è un diritto, e quella degli altri (lo stesso Forte sottolinea che trattasi di quella degli altri e non del non vaccinato, che se non vuole proteggersi sono affari suoi) non può essere messa in pericolo dai non vaccinati, che potrebbero essere contagiosi. E non vale non solo perché anche i vaccinati potrebbero essere contagiosi, ma soprattutto perché i vaccinati hanno ben poco da temere dai contagiosi.

Certificato verde come riproposizione del lockdown

Allora, la vera essenza del green pass non è quella che ha detto Draghi – che non sembra capire neanche le leggi che emana – secondo cui bisogna proteggersi dai non vaccinati. La vera essenza del green pass è che sono proprio i non vaccinati a dover essere protetti. Da chi? Ma dai vaccinati! O, meglio: bisogna che i vaccinati non abbiano il fastidio di avere intorno persone non vaccinate che gli stessi vaccinati potrebbero contagiare e, magari, uccidere. Insomma, dicono i vaccinati ai non vaccinati: voi siete dei rompiballe che ci impedite di vivere, di andare al ristorante, al cinema e al teatro, solo perché voi, idioti, rifiutate di vaccinarvi e noi potremmo uccidervi. Allora, per evitare un lockdown universale, noi vaccinati mettiamo voi non vaccinati – e solo voi – in lockdown.

Anzi, contrariamente a quel che ha fatto Mario Draghi – che non sembra capire le leggi che egli stesso emana – il green pass potrebbe ben essere elargito, oltre che ai vaccinati, anche ai non vaccinati, ma non a quelli negativi, come Draghi – che non sembra capire etc. – ha disposto, bensì ai non vaccinati positivi. Tanto, i non vaccinati positivi ormai sono infetti e, come i vaccinati, non devono temere alcun contagio.

La vera essenza del green pass, allora, non è tenere isolati i contagiosi, ma tenere isolati i sani. Il green pass vorrebbe essere la riproposizione del lockdown, ma limitato ai non vaccinati negativi, che sono innocui. Gli unici pericolosi sono i positivi, vaccinati o non vaccinati che siano e, se contagiosi, sono essi un pericolo per quelli che, se li si vuol proteggere, bisogna tenere isolati dal mondo degli infetti.

Isolare i sani per lasciare libertà di movimento agli infetti: ecco la vera essenza del green pass. Una raffinatissima barbarie. Diventata grottesca nelle mani di un incapace: concedendo ai non vaccinati negativi di pascolare assieme ai vaccinati, il green pass di Draghi farà infettare gli ultimi sani rimasti.

Franco Battaglia, 5 agosto 2021

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