Covid, la guerra è finita: ora serve un’amnistia

Il podcast di Alessandro Sallusti del 6 maggio 2023

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Fine dell’emergenza Covid, rompiamo le righe una volta per tutte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato ieri la fine ufficiale della pandemia Covid. Il bilancio è di 20 milioni di morti nel mondo in tre anni, e questo dice quanto stupide siano le discussioni sul fatto se sia stata vera emergenza oppure no. Per dare un metro di paragone, nella Seconda Guerra Mondiale, bomba atomica compresa, tra civili e militari perirono 60 milioni di persone. Il triplo del Covid è vero, ma anche quasi nel triplo degli anni.

Quindi, sì, è stata una guerra. Come in una guerra, inevitabilmente si restringono delle libertà sacre in tempo di pace, e si commettono pure errori che visti con il senno di poi appaiono folli e ingiustificati.

E diciamolo altrettanto chiaramente, se la scienza non avesse inondato il mondo di vaccini a tempi di record, il bilancio sarebbe stato ancora più pesante, e non è detto che oggi ne saremmo definitivamente fuori. È vero che alla fine di ogni guerra ci sono tribunali con i quali fare i conti, ma alla sbarra ci finisce solo chi ha commesso crimini coscienti di farlo. Chi ha semplicemente sbagliato o eseguito ordini sbagliati non è chiamato a risponderne. Ora, ad oggi non c’è evidenza che il Covid sia stato gestito sia a livello scientifico che politico da criminali di guerra, per cui in assenza di nuovi indizi sarei per lanciare la proposta di un’amnistia.

È andata così, ognuno ha fatto la sua parte in buona fede, contro un nemico del quale si conosceva poco o nulla. Tutto il resto sono solo teorie complottistiche, suggestive e alcune pure affascinanti, ma appunto teorie. E anche se un giorno si dimostrerà che i vaccini hanno avuto effetti collaterali maggiori del previsto, nulla cambia. Detto che anche prima del Covid i decessi per problemi cardiovascolari, dagli infarti e agli ictus, erano la prima causa di morte al mondo, addirittura più dei tumori.

Non mi illudo che aver dichiarato la fine dell’ostilità coincida con la fine delle polemiche, perché chi ha trovato visibilità, e in alcuni casi anche soldi, sostenendo che il Covid era perlopiù un gigantesco complotto, non vorrà certo tornare nell’ombra. Che dire, ce ne faremo una ragione.

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