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Covid, troppe mascherine. L’allarme: “Poca immunità sull’influenza”

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“Con la prossima stagione influenzale potrebbe aumentare la possibilità di osservare focolai rilevanti, specialmente se causati da ceppi nuovi o introdotti di recente. Questo perché per il secondo anno consecutivo la pandemia Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento, come distanziamento e mascherine, hanno ridotto drasticamente a livello globale la circolazione dei virus influenzali e a causa della minore esposizione a virus respiratori stagionali l’immunità della popolazione potrebbe esser diminuita.”

Questo si legge in un breve articolo pubblicato il 7 luglio dall’Ansa, che riporta alcuni significativi passaggi scritti dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute nella circolare sulla “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2022-2023”. Nella stessa circolare, inoltre, si sostiene la necessità di sottoporre a vaccinazione la popolazione più esposta (anziani, fragili, bambini sotto i 6 anni, operatori sanitari, addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e lavoratori di settori sensibili), con l’obiettivo minimo del 75 per cento di copertura, puntando comunque a immunizzare, per così dire, il 95 per cento della citata platea.

Dopodiché nel documento, che sembra fortemente ispirato alla linea Speranza della paura virale, si indica l’esigenza “di continuare a monitorare e prepararsi alla prossima epidemia di influenza stagionale e a pandemie influenzali future: sorveglianza e test continui, indagini rapide sui focolai, sequenziamento tempestivo e condivisione dei dati sono di fondamentale importanza”. Per questo alle Regioni viene chiesto di “sensibilizzare la partecipazione dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta alla sorveglianza epidemiologica”. Le stesse Regioni vengono “invitate a potenziare la sorveglianza virologica dell’influenza e delle altre virosi respiratorie, identificando e sostenendo adeguatamente i laboratori afferenti alla rete nazionale”.

Ora, in primis, la cosa sconvolgente è che nella circolare si ammette candidamente che proprio a causa delle misure di contenimento del Sars-Cov-2 – virus a bassa letalità relativa ma ancora oggi dipinto come il batterio della peste nera- è stato alterato il meccanismo di immunizzazione naturale che, come spiegò in tv la virologa Ilaria Capua utilizzando la metafora del semaforo – prima che la stessa venisse fagocitata dal partito unico del terrore -, attraverso una diffusa circolazione dei virus tra la popolazione sana, consente a quest’ultima di fare da schermo, facendo per l’appunto scattare il rosso al semaforo, agli individui più fragili.

Esattamente il contrario di ciò che ancora stiamo tentando di realizzare con un Coronavirus sempre meno aggressivo. Tant’è che persino il virologo Andrea Crisanti, interpellato da un conduttore de La7 in merito ai presunti rischi di infezione determinati dalla decisione di far svolgere, nonostante l’impennata dei contagi, il concerto dei Maneskin a Roma, ha dichiarato di considerare positivo che, soprattutto d’estate, il coronavirus possa infettare un gran numero di giovani, nella gran parte dei casi in modo asintomatico. Ciò, ha giustappunto sottolineato Crisanti, non può che aumentare l’immunità complessiva della popolazione.

Ma, come si legge nella circolare in oggetto, per le nostre autorità sanitarie il citato paradigma, basato da sempre sulla capacità della specie di raggiungere una sorta di immunità naturale, è stato soppiantato da un sistema di controllo che sembra ambire a trasformare il Paese in un immenso ambulatorio a cielo aperto, sottoponendo una popolazione sempre più stordita ad una operazione di perenne monitoraggio e sorveglianza. Un quadro agghiacciante nel quale non si parla più di un potenziamento naturale delle fondamentali difese immunitarie, per mezzo di un corretto stile di vita, bensì solo ed esclusivamente di tamponi, distanziamento e mascherine.

Ed ecco, infatti, dove ci ha condotto questa insensata filosofia sanitaria, ad indebolire quelle fenomenali difese che per secoli, anche senza vaccini, ci hanno consentito di far fronte ai temibili virus influenzali.

Claudio Romiti, 7 luglio 2022

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