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Chelsea Manning è rialzista sulla tecnologia Bitcoin ma scettica sull’impatto economico

Chelsea Manning afferma che Bitcoin ha aperto la strada alla tecnologia che può essere utilizzata per trasmettere dati in modo più sicuro.

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Chelsea Manning è rialzista sulla tecnologia Bitcoin ma scettico sull'impatto economico

Chelsea Manning è un’attivista ed ex militare statunitense che nel 2010 ha fornito a WikiLeaks documenti riservati sulle guerre in Afghanistan e in Iraq e si è interessata a Bitcoin quando il progetto era ancora agli albori.

L’attivista e informatrice americana ha affermato di essersi interessata a Bitcoin non per speculazione economica ma per la sua passione per la crittografia e la matematica che sono alla base della protezione delle informazioni.

La Manning ha visto in Bitcoin un esperimento per la costruzione di reti crittografiche come mezzo decentralizzato per archiviare informazioni e non come un modo per generare ricchezza attraverso l’accumulo di codice.

Chelsea Manning, parlando di Bitcoin in una intervista a Decrypto.com, afferma: “Ho un grande interesse per la tecnologia [della blockchain], ma riguardo l’aspetto economico sono un po’ più scettica. Semplicemente non vedo come qualcosa [che] possa passare dall’avere un certo valore al non averne nessuno molto rapidamente, possa essere un tipo di sistema sostenibile“.

A questo proposito abbiamo pubblicato un articolo su quanto costa Bitcoin e da cosa dipende il prezzo di una crypto, proprio per spiegare perché una criptovaluta ha un valore.

La tecnologia, tuttavia, potrebbe essere utilizzata per rivoluzionare la condivisione elettronica delle informazioni, soprattutto in tema di privacy, protezione del contenuto dei messaggi e verifica delle fonti.

Manning ora lavora sulla sicurezza di un progetto di infrastruttura per la privacy chiamato Nym: questo sistema utilizza tecnologia blockchain e ha una propria valuta nativa che alimenta una rete per crittografare i dati.

Un’altra utilità che la Manning vede nella tecnologia blockchain è la possibilità di rendere più sicure le app di messaggistica privata. Utilizzando le reti peer-to-peer, infatti, i sistemi di messaggistica non smetterebbero di funzionare se i server si bloccassero, come invece succede ora con sistemi centralizzati.

Questo fornirebbe un forte strumento per garantire la possibilità di scambiare informazioni a tutti gli attivisti e i giornalisti senza essere bloccati.

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