Politica

Ddl Sicurezza, Mattarella preme per le modifiche: cosa può cambiare

Non si esclude la possibilità di una terza lettura a Montecitorio. Ma la Lega dice no

mattarella

Le multe ai no vax ma non solo. All’interno della maggioranza è in corso il dibattito sul ddl sicurezza, per la precisione sull’ipotesi di una modifica al testo ora all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera. Ieri si è tenuto un vertice di maggioranza a Palazzo Madama alla presenza del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Lucia Ciriani, del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e diquello alla Giustizia Andrea Ostellari. Secondo quanto emerso, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni starebbe valutando alcuni miglioramenti e non si esclude la possibilità di una terza lettura a Montecitorio dopo eventuali cambiamenti in Senato.

Entrando nel dettaglio delle possibili modifiche al decreto sicurezza, riflettori accesi sulla vendita di schede per cellulari ai migranti e sulla norma sulle madri detenute. Il primo provvedimento prevede il divieto di vendere le sim per i cellulari agli extracomunitari privi di permesso di soggiorno, mentre il secondo provvedimento prevede la facoltà e non più l’obbligo di differimento della pena per le mamme con bambini più piccoli di un anno. A fare la differenza su questi due punti sono i dubbi di legittimità che sarebbero stati espressi dai tecnici del Quirinale nel corso del confronto con gli uffici legislativi del governo. Al momento, secondo quanto filtra, non pare in discussione la parte sulla cannabis, tra i principali punti contestati dall’opposizione.

“Non possiamo escludere una terza lettura del ddl Sicurezza alla Camera, ma non abbiamo preso alcuna decisione. Chiaramente nessuno intende stravolgerne il contenuto” il breve commento del ministro Ciriani. A differenza di quanto ipotizzato e sperato da qualcuno, dunque, solo piccole modifiche all’orizzonte e unicamente sui temi più controversi. Il dibattito è aperto e la Lega ha già fatto capire che il decreto sicurezza va approvato immediatamente senza perdite di tempo: “Rappresenta uno strumento normativo di primaria importanza fortemente voluto dal governo per tutelare l’operato delle nostre forze di polizia, sottoposte a sistematiche aggressioni e violenze durante le manifestazioni di piazza e per risolvere i principali fenomeni di allarme sociale, come le occupazioni abusive di case, che minano la sicurezza dei cittadini e delle comunità locali”.

Il convincimento comune è che non si ripeterà l’incidente parlamentare sulla conferma del taglio del canone Rai e che i nodi possano essere sciolti senza divisioni. “Non replichiamo alla Lega, non litighiamo in pubblico sul ddl sicurezza…”, il messaggio dei vertici forzisti. Sui due punti al centro del dibattito, Forza Italia non ha mai celato le sue perplessità. Per quanto concerne le madri detenute, il deputato Paolo Emilio Russo aveva firmato un emendamento che chiedeva di ripristinare l’obbligo di differimento della pena per le madri con figli fino a un anno: emendamento che è stato poi trasformato in un ordine del giorno che prevede una sorta di “monitoraggio” tra un anno. Ma gli azzurri sono pronti a confrontarsi, senza far prevalere l’ideologia ma con la consapevolezza che sul tavolo non c’è un decreto ma un disegno di legge e per questo motivo non ci sono scadenze in ballo.

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Il decreto sicurezza contiene diversi provvedimenti invocati a più riprese negli ultimi mesi, a partire dal carcere fino a un mese per chi da solo blocca una strada o una ferrovia e da sei mesi a due anni se il reato viene commesso da più persone riunite. Come anticipato, prevista anche una stretta sulla cannabis con il divieto di coltivazione e vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli industriali consentiti. Parecchio contestata anche la norma no-Tav, che prevede un’aggravante per punire la violenza o la minaccia a un pubblico ufficiale se commessa per impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica. Polemiche comprensibili, perchè il provvedimento va a colpire parte dell’elettorato della sinistra…

Franco Lodige, 12 dicembre 2024

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