Due motivi per dubitare del vaccino ai bimbi

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In questi ultimi giorni continuano a tuonare slogan a favore dell’obbligo vaccinale. Ma questa strada è sicura e soprattutto necessaria? Ad esempio, dal maxi-studio britannico pubblicato su The Lancet Child & Adolescent Health, si evince che le forme di long covid sembrano confermarsi molto raramente nei giovanissimi.

Il lavoro offre la prima descrizione dettagliata della malattia covid-19 nei bambini e ragazzi sintomatici di età compresa tra 5 e 17 anni. L’analisi si è concentrata sui dati di 1.734 risultati positivi, e valuta da quando sono insorti i sintomi fino a quando i piccoli pazienti sono tornati sani. In genere i tempi di ripresa sono risultati compresi nell’arco di una settimana. I bambini presentano pochi sintomi e la malattia in media è durata 6 giorni (mediamente 3 i sintomi riscontrati). Quasi tutti i sintomatici sono guariti comunque entro 8 settimane (98,2%), dato che fornisce una rassicurazione sugli esiti a lungo termine. Sulla base di questi dati si fatica a comprendere l’insistenza continua riguardo l’introduzione dell’obbligo vaccinale in Italia per tutta la popolazione. Inoltre, in Gran Bretagna il vaccino anti-covid non verrà somministrato agli under 15 sani.

Gli esperti del comitato medico-scientifico britannico indipendente che assiste il governo di Boris Johnson sulla campagna vaccinale anti covid (Jcvi) hanno negato il via libera alla somministrazione pur autorizzata dalle agenzie del farmaco dei vaccini ai bambini e ragazzi sani fra i 12 e i 15 anni. Non possiamo ignorare queste informazioni, valutando sempre e solo come via d’uscita dalla pandemia l’avvio dell’obbligo vaccinale per tutta la popolazione. Esiste un rapporto rischi-benefici che deve essere necessariamente valutato con attenzione. Tornando allo studio inglese, è importante evidenziare il commento di Emma Duncan del King’s College di Londra, autrice principale e senior della ricerca: ″È rassicurante che il numero di bambini che manifestano sintomi di lunga durata dei sintomi di covid-19 sia basso, ma una piccola quota sperimenta forme di long covid e il nostro studio convalida le esperienze di questi bambini e delle loro famiglie”.

È precipuo sottolineare che molti bambini infettati dal virus Sars-CoV-2 non mostrano proprio sintomi, e quelli che li sviluppano tendono ad avere una malattia lieve, gli esperti hanno esaminato la quota di sintomatici. I dati analizzati sono stati raccolti tra l′1° settembre 2020 e il 22 febbraio 2021. Circa 1.734 i bambini che appunto hanno sviluppato sintomi e ricevuto un risultato positivo del test Pcr temporalmente vicino alla loro insorgenza.

In presenza di tale studio è lecito domandarsi se vale realmente la pena obbligare tutte le persone a vaccinarsi indistintamente. Tra l’altro questa scelta politica relativa all’obbligo vaccinale è stata attivata solo dall’Indonesia che faticosamente oggi è una Repubblica Presidenziale, dal Turkmenistan de facto dittatura totalitaria monopartitica e dagli Stati Federati di Micronesia ad est delle Filippine, uno stato insulare con soli 135.000 abitanti.

Per la cultura italiana di certo sarebbe auspicabile la libertà di scelta vaccinale accompagnata da una sana informazione priva di demonizzazioni sia per i farmaci che per i cittadini non disponibili alla vaccinazione, realizzando in tal guisa un clima sociale disteso, elemento fondamentale per uscire dall’emergenza sanitaria.

Carlo Toto, 4 settembre 2021

Riferimenti:

https://www.huffingtonpost.it/entry/long-covid-raro-nei-bambini_it_610a598de4b0b94f6076d173

https://www.ilgiorno.it/mondo/vaccini-gran-bretagna-minorenni-1.6762153

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