Disperso negli abissi

È finita l’aria

Si riducono al lumicino le speranze di ritrovare vivi i passeggeri del sottomarino scomparso. Ricerche inutili

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Ormai mancano pochi minuti disponibili. Continua senza sosta la lotta contro il tempo per salvare le persone a bordo del sommergibile Titan. La Guardia Costiera americana stima che l’ossigeno a bordo del sottomarino scomparso sia finito alle 7:18 del mattino di oggi, le 13:18 ora italiana. Le operazioni di ricerca si sono intensificate dopo che sono stati captati rumori provenienti dal fondale martedì e di nuovo ieri. Ancora non si è certi delle cause e delle origini dei suoni – che potrebbero provenire dall’interno del sommergibile – ma intanto l’area della ricerca è stata ampliata ad una zona che equivale in superficie a circa 10mila miglia quadrate – 26mila Km quadrati – e in profondità scende fino a 2,5 miglia, circa 4mila metri. «A essere sinceri non sappiamo cosa siano» i rumori, ha detto il capitano Jamie Frederick, coordinatore della risposta del primo distretto della Guardia Costiera Usa che ha inviato altre navi e altre imbarcazioni per le ricerche; e la zona di ricerca è stata estesa e copre ora una superficie grande due volte il Connecticut.

Chi sono le persone a bordo?

Si tratta dell’esploratore britannico Hamish Harding, l’uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood e il figlio Suleman, poi si ritiene che ci sia anche il ceo della società OceanGate che organizza la spedizione, Stockton Rush, nonché l’esploratore francese 73enne Paul-Henry Nargeolet. La moglie di uno dei 5 passeggeri, il proprietario della compagnia che ha organizzato il viaggio, è una pronipote di due famosi passeggeri morti sul Titanic, ricchissimi, che rifiutarono di salire sulle scialuppe di salvataggio per fare posto a donne e bambini.

Le operazioni di salvataggio

Le condizioni climatiche sono sfavorevoli. La presenza di nebbia e tempesta nell’area dell’Atlantico settentrionale dove è affondato il Titan rende complicate le azioni di salvataggio secondo l’esperienza di Donald Murphy, un oceanografo che ha prestato servizio come scienziato capo dell’International Ice Patrol della Guardia Costiera. Agenzie statunitensi e canadesi, marine e società commerciali d’alto mare stanno tutte aiutando l’operazione di salvataggio, che è gestita da Boston, Massachusetts. Hanno tutti capacità diverse: Deep Energy – Nave posacavi commerciale con due ROV in grado di operare fino a 3.000 m (10.000 piedi). Atlantic Merlin – Nave da rifornimento offshore canadese con sistema a verricello da 4.000 m. Trasporta ROV ma non si sa quanto in profondità possano operare. Skandi Vinland – Nave di supporto sottomarino con due ROV ma non si sa a quale profondità possano operare. L’Atalante – Nave operata dai francesi diretta sul posto con un ROV in grado di operare a profondità del relitto del Titanic. Horizon Arctic – Nave commerciale carica di attrezzature di supporto. Glace Bay – Nave da guerra canadese che trasporta camera di decompressione e pronta a fornire assistenza medica. John Cabot – Nave da ricerca scientifica con capacità di ricerca sonar gestita dalla Guardia Costiera canadese.

In uso anche robot

La nave francese Atalante che trasporta un robot per le immersioni in grandi profondità ha raggiunto l’area di ricerca del sommergibile Titan: lo scrive Sky News, che cita il sito web Marine Traffic. Il robot è in grado di immergersi a profondità estreme, fino a 6.000 metri. Secondo i dati rilevati da Marine Traffic, la Atalante ha rallentato la sua velocità a sei nodi nautici e si trova a circa 20-30 km dalla ‘nave madra’ Polar Prince. Il robot, denominato Victor 6000, è dotato di bracci controllati a distanza che possono essere utilizzati per tagliare i cavi o eseguire altre manovre per liberare un’imbarcazione rimasta bloccata. Sebbene il veicolo non possa sollevare il Titan in superficie da solo, potrebbe aiutare ad agganciarlo a una nave in superficie. Alle decine di mezzi impiegati per le ricrche si è aggiunto anche un Lockheed P-3 Orion (versione CP-140 Aurora) delle Royal air force canadese, un quadrimotore a turboelica usato per la caccia ai sommergibili, anche quelli nucleari, e per il pattugliamento marittimo.

Ossigeno quasi finito. Ultimi momenti disponibili

Sebbene i funzionari della Guardia Costiera americana abbiano ribadito di essere “fiduciosi“, sottolineando il continuo coinvolgimento di risorse ed esperti all’operazione, la sfida di localizzare e recuperare il sommergibile appare sempre più ardua e difficile. Nonostante molte speranze siano riposte ancora nei sonar capaci di captare indizi sonori a grandi profondità. “A volte ci si trova nella posizione di dover prendere una decisione difficile. Non siamo ancora a quel punto”, ha dichiarato il capitano Jamie Frederick, aggiungendo che la missione di ricerca e salvataggio rimane attiva “al 100%”. Il Tg2 delle ore 13:00 informa che ormai l’ossigeno disponibile per i passeggeri del sommergibile è quasi terminato ed il salvataggio non è ancora avvenuto. La speranza si aggrappa sempre di più ai rumori per intercettare il sommergibile. Non ci resta che attendere gli sviluppi con speranza di esito positivo per la salvezza degli occupanti del Titan.

Carlo Toto, 22 giugno 2023

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