Politica

È ufficiale: Conte nuovo segretario del Pd

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Tutti gli analisti erano lì a chiedersi quale corrente interna del Pd avrebbe fatto per prima le scarpe a Elly Schlein. C’è chi sussurrava che Dario Franceschini avesse giù pronta una nuova scialuppa di salvataggio da ormeggiare al Nazareno. Chi prevedeva la risurrezione dalle ceneri dello sconfitto Bonaccini. Chi s’immaginava altri scenari interni. E invece il nuovo segretario dem è già in carica, comanda nel centrosinistra, fa e disfa alleanze, e si chiama Giuseppe Conte.

Se non ci credete, guardatevi indietro. In Sardegna, unico squillo di tromba del campo giallorosso, ha vinto la candidata del M5S incassando però i voti del Pd, visto che come al solito i grillini alle amministrative hanno arrancato. In Abruzzo i dem hanno sfondato la soglia del 20%, i grillini sono crollati, però per un motivo o per un altro è passata come la sconfitta della linea Schlein. Giuseppi ne è uscito indenne, ha capito che andare a spasso col “Pd-meno-elle” non porta voti, men che meno alle Europee, e ha agito di conseguenza: in Basilicata ha mandato tutto a ramengo; e in Piemonte ha assecondato i desiderata della dura e pura Appendino rifilando un sonoro due di picche a Elly. Poi ci sono Bari, il caso Decaro, i voti comprati in Puglia e la clamorosa retromarcia grillina a tre giorni dalle primarie di coalizione.

Insomma: mentre Schlein incassa gli schiaffoni e cerca ancora un’insperata “unità”, ingurgitando rospi di dimensioni megagalattiche, Conte procede spedito. Punta alla leadership del campo progressista e dà le carte. Fa l’offeso se Elly lo accusa di “slealtà”, accusa il Pd di ragionamenti “malati e viziati”, impone loro di convergere sul proprio candidato oppure di morire insieme a tutti i filestei. E non perde occasione per rimarcare come il “nuovo Pd” puzzi di vecchio, che per la segretaria sa di offesa, tra Comuni sciolti per mafia e scandali a gogo. A leggere le ultime dichiarazioni, Conte detta la linea al Pd invitandolo a liberarsi “da capibastone e cacicchi”, oltre che ad abbandonare l’anima “bellicista” sulle guerre in corso. Se dunque un leader si riconosce dalle scelte che riesce a imporre alle squadre in campo, allora è chiaro: il segretario del Pd è Conte. O almeno il vero capo della presunta alleanza.

Giuseppe De Lorenzo, 7 aprile 2024

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