E se il capitalismo americano fosse al capolinea?

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Qualche mese addietro … ero in Russia, a San Pietroburgo, impegnato nella stesura di un articolo-reportage sulla situazione economico-finanziaria locale dopo lo scoppio del conflitto; circa l’80% dei russi over 50 alla domanda su quali benefici avesse generato l’apertura dell’ex Unione Sovietica al mondo occidentale ha risposto: “nessuno, noi dall’occidente abbiamo importato droga, tendenza al debito e consumismo esasperato, paradossalmente stavamo meglio prima.

 

Effettivamente non si poteva dar loro torto considerando ciò è accaduto e sta accadendo in quella parte di mondo definito blocco occidentale i cui defaults ciclici azzerano in pochi giorni decenni di sacrifici mandando a picco fior di aziende, famiglie e migliaia, se non milioni, di individui che pagano le conseguenze di un sistema capitalistico, spesso senza regole, basato su debito e finanza speculativa ad altissimo rischio.

 

I defaults cui abbiamo assistito dal 2000 in avanti, ed il domino bancario di questi giorni, innescato dalle conseguenze generate da pandemia e conflitto, non sono eventi casuali, non lo sono stati e non lo saranno mai se neanche le regole ferree imposte al sistema finanziario dopo il 2008 vengono rispettate e gli organi deputati ai controlli non attenti (o volutamente ciechi e sordi) a tutto ciò che accade all’interno del perimetro operativo del sistema bancario, soprattutto di grandi banche d’affari e società di gestione di capitali.

 

Il sistema capitalistico così come lo conosciamo è basato sul debito, sappiamo tutti, infatti, che le banche raccolgono da risparmiatori e soci per investire e produrre profitti, sia impiegando il denaro, elementarmente erogando finanziamenti, che investendo istituzionalmente in prodotti, spesso, speculativi; o offrendo alla clientela prodotti d’investimento (strutturati e non) propri o di case terze dalle quali ricevono ritorni provvigionali in base alle quantità collocate.

 

Non sono soltanto le banche,però, ad operare sul debito ma anche le istituzioni attraverso l’emissione dei cosiddetti bonds, o Titoli di Stato, e le aziende (tra le quali anche le banche) attraverso l’emissione di corporate bonds o, se preferite, obbligazioni societarie.

Sono rarissimi i casi di autosufficienza finanziaria, ovvero di aziende o istituzioni che reinvestono parte dei profitti, derivanti da attività svolta (aziende) e da introiti, principalmente di tipo fiscale, ma anche di altra natura (istituzioni Governative, generalmente definite Stato).

 

Naturalmente, essendo tutto basato sul debito, la piramide si regge grazie a solide basi perché finché le tempeste finanziarie interessano il vertice la piramide non crolla, quando però inizia l’erosione della base è già tardi per correre ai ripari.

Ed è proprio una di queste erosioni ad aver causato la crisi del 2008 ed il default di alcune (per ora) banche cui stiamo assistendo in questi mesi.

 

Lo schema è alquanto semplice, la base della piramide (di una banca, azienda o istituzione che ricorre al debito per finanziarsi) è costituita dall’insieme dei capitali apportati nel sistema (prevalentemente bancario) da privati cittadini ed aziende; man mano che si sale la piramide si restringe perché sono sempre meno le entità che apportano grossi capitali.

Infine il vertice, sotto cui giace la montagna di soldi da investire, è rappresentato dai managements.

 

Naturalmente più si è vicini al vertice tantopiù si è informati in tempo in caso di prevedibili turbolenze finanziarie o pre-default, i comuni mortali (la base della piramide) sono sempre gli ultimi a conoscere la verità ed è per questo che, una volta appresa una notizia di un determinato evento, si scatena la corsa per prelevare i propri risparmi.

 

L’aspetto più allarmante di questo sistema capitalistico piramidale di tipo occidentale è che, al fine di spingere i consumatori a spendere, il sistema del debito è stato esteso a tutti ed anche per prodotti i cui prezzi sono relativamente bassi, come uno smartphone ad esempio, una tv o addirittura una vacanza; converrete con me che in questo modo si indebita tutto il mondo, soprattutto la base della famosa piramide di cui sopra.

 

E quando, a causa di operazioni scellerate, accade che un’azienda vada in difficoltà, o addirittura in default, licenziando migliaia di dipendenti, è allora che inizia l’erosione della base perché sono milioni le persone in difficoltà, soprattutto nei periodi di crisi come quello che stiamo vivendo, e, per vivere sottraggono soldi immessi nel sistema (attraverso le banche) depauperando banche ed aziende, spesso non riuscendo neanche a pagare mutui e finanziamenti.

 

Di qui i famigerati NPL, ad esempio, la cui entità è destinata ad aumentare a causa di inflazione e tassi elevati, e la sfida è letteralmente mantenere a galla comuni mortali ed aziende non privilegiate affinché siano in linea con gli impegni assunti.

 

Altro discorso invece quando l’erosione parte dall’alto per aspirazione dei capitali apportati dalla base, ovvero quando accade che banche (di solito) investano i capitali raccolti in derivati con operazioni altamente speculative e estremamente rischiose, anche ai limiti della “legalità”, come accaduto, ad esempio per Deutsche Bank o MPS le cui conseguenze le conosciamo tutti, stessa dinamica della crisi del 2008 sebbene più strutturata.

Ecco perché bisogna porre un limite all’indebitamento e portare avanti politiche mirate ad educare le popolazioni a ricorrere al debito il meno possibile, idem dovrebbero fare le istituzioni gestendo correttamente gli introiti e senza ricorrere costantemente al debito perpetuo che ha generato cifre mostruose come i circa 3.000 miliardi d’indebitamento dello Stato italiano ed quasi 60.000 euro di media di debito pro-capite per i cittadini, oltre mutui, affitti, assicurazioni, tasse, utenze e così di seguito.

 

Tornando a quanto scritto inizialmente, le economie non di stampo occidentale, fino a qualche tempo fa considerate minori, come quelle dei paesi arabi ed orientali, Russia e Cina incluse, hanno sempre avuto idiosincrasia con il concetto di debito ed hanno inculcato tale pratica all’interno dei loro confini … fin quando non è giunto il “Dio denaro occidentale” che ha scombinato l’ordine mentale dei cittadini di questi Paesi.

 

Tanto è vero che proprio la Russia aveva raggiunto nel 2019 un debito pubblico pari a zero avendo le riserve di liquidità superato il livello di debito del Paese, ovviamente con pandemia e guerra, cause di forza maggiore ma non di mentalità di sistema, hanno generato una risalita del debito che, ogni caso, è sotto controllo.

 

La morale della favola è che le regole non scritte del capitalismo del mondo occidentale vadano riviste e quelle scritte fatte applicare perché un sistema che produce un benessere fittizio, basato sul debito, è un sistema che ha fallito.

Antonino Papa, 27 aprile 2023

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