La grande “bugia” della dipendenza dal gas

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Un paio di settimane fa ho avuto l’occasione di essere relatore in un convegno sull’energia e la liberazione dalla dipendenza dal gas,

Tutto nasceva da una domanda che ci siamo posti: come è possibile che dopo i miliardi e miliardi spesi negli ultimi 15 anni in incentivi alle fonti rinnovabili, ancora l’Italia non sia indipendente dal gas e ci ritroviamo in questa situazione di prezzi energetici alle stelle, specie dopo la guerra Russia-Ucraina?

Abbiamo trovato 2 risposte: La prima è che serve un’ampia disponibilità di terreni su cui istallare i pannelli solari (o l’eolico) senza deturpare il paesaggio o dissestarlo o sottrarlo ad altri impieghi proficui come quelli agricoli.

Il problema vero è che in Italia è difficilissimo fare questi impianti: il governo del territorio (e quindi le decisioni su “se” e “dove” autorizzare l’installazione di impianti fotovoltaici) è materia riservata dalla Costituzione alla competenza concorrente Stato/Regioni. Questo alimenta la corruzione favorita dalle complessissime procedure per l’ottenimento di tali autorizzazioni che non individuano mai responsabili unici e chiari. In questa confusione è facile “rimpallare” le pratiche tra mille uffici statali e regionali (Uffici Sovrintendenza Beni Culturali e Paesaggistici, Il risultato è che le domande per impianti solari siano spesso o respinte o approvate dopo circa 7 anni (quando va bene, secondo Confindustria la media è 9 anni!),

A ciò si aggiunga che la politica delle amministrazioni locali (Giunte regionali, comunali ecc.) ha un forte interesse a che la situazione rimanga così “ambigua” ed indefinita nelle responsabilità, perché è esattamente così che si può facilmente tenere il controllo politico di un territorio. Si creano reti clientelari (faccio in modo che tu ottenga l’autorizzazione se fai questo o quell’altro favore a me, o assumi in ditta tali persone o subappalti a quell’azienda o mi agevoli nella campagna elettorale per le prossime elezioni ecc, ecc.).

Non basta. Cavalcando  le “pulsioni” della comunità locale la stessa politica locale  ottiene consensi. infatti, soprattutto se opportunamente sobillata da organizzazioni ambientaliste, i cittadini tendono subito a reagire con avversione all’ipotesi di nuovi impianti solari che cambino radicalmente il paesaggio a cui erano abituati, anche quando in realtà in quel paesaggio non si poteva fare null’altro ed era persino privo di valore estetico o turistico.

La seconda risposta fa riferimento al fatto che la creazione di grandi impianti solari che forniscano energia 24h/24h, quindi anche di notte quando il sole non c’è, richiedono batterie di grande dimensione e di grande efficienza che fino a pochi anni fa non esistevano.

Le grandi aziende energetiche italiane, spinte dagli enormi incentivi statali ed europei ad investire in rinnovabili, finivano con l’effettuare tali investimenti ma nel contempo ad aver bisogno sempre di nuovi impianti tradizionali a gas per “coprire” gli impianti rinnovabili nei giorni o nelle ore in cui questi, per natura, non possono produrre energia.

Pertanto, tali incentivi sulle rinnovabili a pioggia hanno creato un effetto distorsivo nelle scelte delle grandi compagnie. Ecco allora che le grandi compagnie energetiche si sono ritrovate con enormi investimenti in energia fossile che dovevano ammortizzare, anche se le nuove tecnologie delle rinnovabili (grandi batterie ecc.) avrebbe permesso loro di produrre tutta l’energia  abbandonando totalmente il gas.

Abbandonare impianti elettrici a gas a favore delle rinnovabili tutto in un colpo avrebbe significato perdere gli investimenti fatti in impianti tradizionali. Non solo, c’era un altro grosso vantaggio a non abbandonare in fretta il gas:l’Unione Europea,

Nell’ottica di favorire al massimo la transazione ecologica ed il passaggio alle rinnovabili, si permette a tutte le società produttrici di energia di venderla TOTALMENTE  al prezzo di mercato fissato al mercato TTF olandese del gas megawattora.

Vuol dire che se io sono una società che vende 100 Mwh di cui 50 prodotti con impianti a gas (e quindi devo aver pagato quel gas) e 50 prodotti con impianti solari (e quindi per me praticamente gratis perché il sole non costa nulla), posso vendere tutti i 100MWh al prezzo del gas fissato sul TTF!!

Quindi guadagno un profitto pressoché infinito su quel 50% di energia che non mi è costato praticamente nulla! Ma alle famiglie ed alle imprese, invece costa un prezzo pieno del gas e se esso aumenta a dismisura, come in questi giorni, per esse sono dolori, per le compagnie sono super profitti!

Non solo! Eh sì, c’è di più.

Qualcuno penserà: che perlomeno le compagnie, se il gas al TTF aumenta, vuol dire che pagano di più anche loro quando lo acquistano!  NO!! Dovete sapere che i contratti che le compagnie fanno con i fornitori di gas (Russia, Algeria, Qatar, Emirati ecc., ecc) sono contratti spesso ventennali con prezzi perlopiù fissi e con solo una piccola parte variabile. Inoltre, pensate, le compagnie si coprono anche dalle oscillazioni di quella piccola parte variabile di prezzo. Come? Con i mercati dei futures internazionali, specie quello di Chicago (detto CME).

Quindi il gas, sostanzialmente, lo pagano sempre lo stesso prezzo per vent’anni. Ma a noi, ovviamente, ci fanno pagare il prezzo che giorno per giorno schizza in alto sul mercato TTF. Ditemi la verità: se foste una società di produzione elettrica italiana o europea, avreste tutta questa voglia di passare in fretta alle rinnovabili, ora che tecnologicamente si può?

La soluzione?  Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. Cioè: visto che in Italia è difficilissimo fare questi impianti, allora è il caso di approfittare e dare una svolta alla politica estera italiana finora assente o remissiva: stringere accordi con i paesi del Nord Africa come ad es. l’Algeria o il Marocco, ma stavolta NON per il solito inutile gas, come ha fatto perpetuando l’errore anche l’attuale governo Draghi, ma per installare nel grande deserto del Sahara a loro disposizione, modernissimi impianti solari che forniscano energia all’Italia e all’Europa, a costo zero!

L’Italia potrà vendere addirittura energia ai paesi europei (tecnicamente è assolutamente fattibile, per chi vuole approfondire riporto in calce a questo articolo il link del video del convegno)! Ed inoltre tali accordi con questi paesi, come appare ovvio, contribuiranno a frenare definitivamente anche il fenomeno dell’immigrazione, perché porteranno occupazione e benessere enorme anche da loro!!

Quest’idea non è peregrina.

La Statera Energy Ltd (società britannica di produzione energia) ed il governo inglese, già stanno facendo un accordo con il MAROCCO per un elettrodotto, pensate, che collegherà lo stato nord-africano con l’Inghilterra!!  Non l’hanno detto, ovviamente, ma è chiaro perché lo han fatto: perché vogliono in un futuro prossimo impiantare i loro pannelli solari nel deserto marocchino e sfruttare così quell’energia trasferendola in UK !!! E noi che siamo ad un tiro di schioppo da quelle coste che facciamo?

Abbiamo un Presidente del Consiglio che col degno ministro degli esteri dove va? In Congo e Angola a cercare gas, gas, gas!!  A tutto ciò si aggiunga che questa sorta di Rivoluzione Industriale mediante impianti solari nel Sahara, porterà formazione qualificata ed alta produttività del lavoro per gli italiani (produzione pannelli e tecnologie correlate), ALTA QUALIFICA & reddito alto per essi, può nascere una SCUOLA HI TECH i cui frequentatori percepiscano il Reddito di Cittadinanza ma finalmente in modo utile: solo cioè fino a quando non finiscono il corso, dopodiché avranno un lavoro assicurato e ad alto reddito nel settore: c’è tantissimo da fare, si devono fare impianti per fornire energia rinnovabile a tutta Italia e a tutta Europa! Aivoglia! E l’Italia diventa improvvisamente un hub energetico per l’Europa intera e quindi un paese geopoliticamente dominante, cosa che per l’incapacità e pochezza di questo e dei passati governi, non è mai stata!! “

 

“Ecco il link al Convegno dove potete trovare gli approfondimenti:

 

Fabrizio Catullo 19/giugno/2022

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