2040: l’ultimo italiano senza Isee Patrimonio Unesco dell’Umanità

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Anno 2040. “L’ho saputo dal web, non so cosa dire. Non me l’aspettavo, non ho fatto nulla di particolare. Sono onoratissimo”

Le dichiarazioni a caldo dell’italiano nominato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità per essere rimasto l’unico cittadino a non presentare l’Isee, sono la sintesi perfetta di qualcosa, anzi qualcuno, da tutelare in un Paese che ormai, oltre che sulla Costituzione, si era convertito da tempo all’Indicatore della situazione economica equivalente, conseguenza automatica di dichiarazioni dei redditi ai quali quasi tutti facevano finta di credere.

Così le poche voci critiche come quella di Alberto Brambilla (Presidente del Centro studi e ricerche itinerari previdenziali) venivano diluite e poi dissolte da valanghe di populistici dati, a supporto delle statistiche sulla povertà, danneggiando proprio le famiglie che tuttora vivono in condizioni difficili e per questo andrebbero aiutate ben più concretamente.

Aveva voglia Brambilla a dire: “Davvero è credibile che più del 50% degli italiani viva con meno di 10mila euro lordi l’anno? Questi numeri ci descrivono come il Paese povero che in verità non siamo: una fotografia non degna di uno Stato del G7 e facilmente smentita dai dati sui consumi o sul possesso di beni come smartphone o automobili”. O che il 71% pagato dell’Irpef è pagato dal 21% dei contribuenti.

Tutto questo, però, al nostro Patrimonio Unesco non ha mai interessato. Anche perché, avendo un buon reddito completamente dichiarato, ha sempre pagato ogni cosa e servizio, domandosi come facevano certi a presentare redditi e Isee pur sapendo la vita che questi conducevano.
Ora però per l’eroe del giorno è il momento di festeggiare, magari con un bel rinfresco. A proposito: ci faccia sapere se è riuscito farsi rilasciare la ricevuta…

Massimo Esposti, 11 gennaio 2022

 

 

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