Crisi ucraina e inflazione: impatti sul portafoglio

Tensioni Geopolitiche, Inflazione e politica monetaria.

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Notizia di queste ore, l’esercito Russo è entrato nelle repubbliche separatiste di Lugansk e di Donetsk, dopo aver riconosciuto l’indipendenza dei separatisti del Donbass.

Russi, ucraini e bielorussi sono tutti discendenti dell’antica Rus’, che era il più grande stato d’Europa. Le tribù slave e altre tribù in tutto il vasto territorio – da Ladoga, Novgorod e Pskov a Kiev e Chernigov – erano legate insieme da una lingua (che ora chiamiamo antico russo), legami economici, il dominio dei principi della dinastia Rurik e – dopo il battesimo della Rus ‘ – la fede ortodossa. La scelta spirituale fatta da San Vladimir, che era sia Principe di Novgorod che Gran Principe di Kiev, determina ancora oggi in gran parte la nostra affinità.

Questo è uno stralcio di un articolo di Vladimir Putin datato Luglio 2021 dal titolo “Sull’unità storica di Russi e Ucraini”.

La tesi per cui storicamente Russi e Ucraini avrebbero condiviso un unico spazio fisico e spirituale era stata rigettata da Kiev definendola troppo semplificata e politicizzata. Alla motivazione “Storica” del Cremlino si aggiungono ovviamente motivazioni “Politiche” ed “Economiche”: lo spostamento della NATO sempre più ad est minaccia, secondo la Russia, la sua sicurezza Nazionale e gli interessi economici legati all’approvvigionamento energetico e i gasdotti sul territorio chiudono il cerchio.

Il dispiegamento di oltre 150.000 soldati alle porte dell’Europa non fa certo bene ai mercati, già in sofferenza più per i timori legati all’ inflazione e alla probabile politica monetaria restrittiva, che a causa della pandemia, in un certo senso già dimenticata.

L’impressione è che le tensioni dureranno a lungo anche perché il consenso di Putin in Russia sembra essere aumentato dopo l’annessione della Crimea e non sembra facile un arretramento delle posizioni.

Riteniamo tuttavia che, pur nello scenario descritto, non si possa prescindere da un investimento di tipo azionario, che rifletta l’economia reale e le prospettive di sviluppo mondiale. Con una inflazione al 5%, lasciare i risparmi infruttiferi, ad esempio sui conto corrente, significa un impoverimento sicuro ed una distruzione di ricchezza. E’ opportuno mantenere l’approccio prudente adottato nei portafogli di fine 2021 ma occorre valutare già da ora un rientro graduale.

Augurandoci che le tensioni geopolitiche non sfocino in una guerra cruenta, per la sofferenza che si arrecherebbe alla popolazione, va detto pragmaticamente che se così fosse, è verosimile aspettarci che, dopo un crollo iniziale, i mercati potrebbero trarne beneficio nel medio periodo. Come storicamente è sempre avvenuto.


Giacomo Chignoli, 22 febbraio 2022

 

 

 

 

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