Era già scritto

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Il tempo sarebbe comunque giunto ai titoli di coda di quest’anno. Eppure pensarci durante il primo lockdown era impossibile. Un anno da imprimere nelle nostre memorie perché sebbene senza troppi brindisi, dovrebbe essere vivamente ricordato per quello che ancora ci sta insegnando.

Abbiamo molto da imparare da tutto ciò.
Come sulle montagne russe abbiamo provato il brivido del massimo minimo, massimo dei mercati nel dramma della prima chiusura. Isolati più che nelle nostre abitazioni, nei nostri pensieri, non riuscivamo a scorgere un domani e dare un senso alle nostre vite.

L’euforia dell’estate è divenuta presto un ricordo nella mareggiata della seconda ondata di questo virus che nella fragilità umana trova inesorabile nuova linfa. È stato e sarà, immagino ancora per un po’, una montagna russa di emozioni, di notizie positive e inevitabili negative. Solo un dato verrà riscritto giorno dopo giorno al rialzo… la conta di chi non vedrà la fine di tutto questo.

Abbiamo tanto da imparare da questo duemilaventi. Talmente convinti di essere la sintesi di “voglio posso e comando” che ci siamo scoperti disarmati e sconfitti da qualcosa che c’è sfuggito di mano. È proprio vero che ciò che conta è invisibile ai nostri sguardi.  Ciò che conta è quel dato che mai verrà corretto al ribasso, è la scomparsa di memorie quali basi necessarie per sviluppare futuri ricordi.

Forse strada facendo, impegnati ad inseguire falsi miti, abbiamo smarrito sensi e significati della vita stessa.

Il tempo della memoria, e della vita, quel tempo che troppi non potranno più narrare. Tempo che mai potremo comprare, quel tempo che sembra fuggire via quando ti accorgi che sta sbiadendo come una foto stampata in bianco e nero.

Abbiamo tanto da imparare da questo duemilaventi.

Dovremmo imprimercelo nelle nostre memorie per ricordare l’importanza di un vaccino atteso oltre un anno, almeno quanto i tanti troppi perché stiamo ancora vivendo questa situazione. Il tempo purtroppo o per fortuna ci farà dimenticare questo vissuto, quando non dovremo più temere una stretta di mano per un saluto ed un abbraccio per un augurio.

Abbiamo tanto da imparare da questo duemilaventi.

La storia narra che un domani ci sarà comunque, ma non per tutti.

Politica economia finanzia e cultura, nessuno escluso, ci siamo fatti ingolosire dal tutto e subito, confondendo il mezzo col fine. Sordi ai richiami della natura, abbiamo scoperto  esserne della stessa l’anello debole.
Dopo aver anticipato obiettivi risultati budget tempo ed emozioni, potrebbe essere il momento opportuno per ricalibrare il modo di raggiungerli… non il perché farlo.

I tassi negativi a scadenze decennali forse sono qui a ricordarci che per fare le cose in modo corretto ci vuole passione e tempo.

 

Buon 2021

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