La guerra delle notizie. Meno sarebbe meglio.

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LESS IS MORE, direbbero gli inglesi, meno sarebbe meglio. E’ quello che penso ogni volta che, inevitabilmente, inciampo nella palude delle notizie quotidiane qualunque sia la fonte o il tipo di canale che le trasmetta. Sta di fatto che la nostra quotidianità è contrassegnata da una bulimia informativa, che contrappone notizie, confutazioni e smentite nel giro di poche righe e che non ci risparmia del senso di sazietà, né ci ripara da quello di confusione totale.

Meno, sarebbe meglio.. .Almeno di questi tempi.

Perché, in qualunque modo si scelga di essere informati il rischio di essere travolti cresce sempre di più.

Mascherina Sì, mascherina No?

Ospedali pieni o vuoti? Terapie intensive al tracollo o senza pazienti? Persino i numeri sembrano non essere più gli stessi.

Scuole perché Sì, scuole perché No? Decide il banco..  .

Negazionisti, Allarmisti, Menefreghisti. Leggi di tutto.

Mi chiedo come l’uomo semplice, come ognuno di noi debba o possa orientarsi in questo mare caotico e confusionario.

Oltre al danno, anche la beffa: la confusione impera quando l’informazione diventa ed è di più facile accesso.

Ma l’informazione non dovrebbe servire a fare chiarezza?

Ecco il punto: chiunque voglia, oggi, farsi un’idea in merito al quadro della situazione, non può farlo, non può riuscirci. E non ci riesce perché è in atto una vera e propria guerra delle notizie.

Mi correggo: è’ in atto, anche, una guerra delle notizie. Quanti sono i fronti aperti?

Io leggo tanto, per curiosità e per necessità.

In questi giorni “leggo” anche punte di mal sopportazione, indizi d’insofferenza, tracce di quell’irrequietezza che vorrei non cogliere, ma che comprendo.

Preso a prestito, per un attimo, dalla medicina tradizionale cinese, il concetto di Yin e Yang ben si presta, a questo punto, a rappresentare la dualità (questa volta tutt’altro che salvifica) tipica dei tempi difficili che viviamo: la nostra è un’era in cui se è vero che adesso è Nero, è pur vero tra un attimo sarà tutto di nuovo Bianco.

La pressione dell’incerto non può essere retta sulle lunghe percorrenze.

L’uomo non è fatto per gestire a lungo l’incertezza, da qualunque fonte si generi e propaghi. Un corpo felice e consapevole dei propri mezzi è “l’ospedale più attrezzato del mondo”.

 

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