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Gli errori di ingenuità di Antonio Conte

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La truffa finanziaria che ha colpito Antonio Conte, mister di importanti squadre di calcio italiane ed estere, insegna molto. Non è la prima e non sarà l’ultima. Prima di lui altri (Roberto Baggio tra i tanti  dello sport, tantissimi nel mondo dello spettacolo) sono caduti nelle trappole, Ma ogni storia aggiunge degli inganni e delle ingenuità che un gestore accorto del proprio denaro dovrebbe evitare.

E’ evidente che chi è popolare viene avvicinato da tanti personaggi che hanno intenzione di sfruttare un riflesso di notorietà. In qualsiasi ristorante potrete trovare personaggi famosi abbracciati al proprietario del locale, il Vip diventa testimonial gratuito e innocente della buona frequentazione di quei tavoli. I personaggi famosi sono anche ricchi, perchè il loro talento trascina importanti introiti. Degli sportivi e spesso anche dei grandi protagonisti dello spettacolo vengono riferiti con precisione i maxi-contratti milionari. A quel punto si entra in una fase più rischiosa della foto regalata al ristoratore.

Poter avere tra i clienti un Vip con guadagni annuali di alcuni milioni di euro, con un risparmio molto consistente, con una rete di conoscenze di altri soggetti a forte disponibilità è l’obiettivo di ogni private banker, family office, fiduciaria, club deal e tutti coloro che offrono servizi di vario tipo per la clientela top.

Come si è intuito nel recente caso dell’allenatore dell’Inter, il denaro è stato affidato sulla piazza londinese (dove Conte ha allenato il Chelsea), a un finanziere italiano che già operava nel mondo del calcio. Non a caso altri atleti e procuratori sono stati danneggiati.

Il primo insegnamento, che vale anche per i risparmiatori più anonimi, è che i controlli prima di affidare il denaro devono essere fatti e che il passaparola di amici, anche in buona fede, può portarti da un professionista scorretto o scadente. La simpatia, la frequentazione di ambienti brillanti, non è garanzia di comportamenti e rendimenti corretti e altrettanto brillanti.

In questo caso sembra che ci fossero anche documentazioni di garanzia (probabilmente false) da parte di una grande banca (Hsbc) dove il finanziere sotto inchiesta Alessandro Bochicchio aveva lavorato.  Senza entrare in paranoie poliziesche, chi affida il denaro deve poter controllare autorizzazioni, documenti, eventuali sanzioni e tutto quanto riguarda il proprio superconsulente.

Anche nel caso londinese, l’insegnamento è che qualche elemento di sospetto poteva nascere. Questo approfondito esame preliminare non può essere condotto da chi non ha tempo, probabilmente nemmeno la preparazione adeguata e forse proprio perché il denaro arriva abbondante è meno attento a come il denaro viene impiegato. Alle promesse di rendimenti mirabolanti – purtroppo vale anche per i piccoli risparmiatori – brillano gli occhi e si firma felici. Chi ha patrimoni importanti deve poter contare su un paio di professionisti veramente amici che, distintamente e senza contatti fra di loro, siano in grado di fare una radiografia del consulente prescelto.

Guardare la patrimonializzazione della finanziaria, la credibilità presso le authority, l’assenza di incidenti reputazionali. La bella sede per firmare la delega a gestire il proprio denaro o il brindisi con il simpatico banker, non possono diventare  elementi a favore di un consulente invece che un altro.

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