Economia e Logistica

ESCLUSIVO

Il futuro si chiama Mediterraneo. Smentite le Cassandre

Report presentato da Gian Enzo Duci: i player del mare si concentrano in Grecia. Tangeri supera Rotterdam per livelli di efficienza. Italia sempre piu’ baricentrica nel Mare Nostrum

Il Mediterraneo diventerà un lago. I traffici marittimi collasseranno e con i traffici anche le principali economie che sul Mediterraneo si affacciano. E ancora: la crisi generata dal Mar Rosso e dall’abbattimento dei traffici via Suez determinerà un massiccio spostamento di traffici verso il Nord Europa con conseguente sostegno alla ripresa delle economie che si affacciano sul Mare del Nord e sul Baltico.

Le cassandre, come spesso accade nella storia, sono state tacitate e confinate …nell’angolo della sfiga. I dati illustrati in sede Ispi, dal vice presidente di Conftrasporto (già presidente di Federagenti), Gian Enzo Duci descrivono una realtà che è esattamente il contrario di quanto era stato paventato da molti esperti o presunti tali del settore marittimo e portuale: il Mediterraneo è più vivo che mai, si sta prendendo soddisfazioni e record che ne attestano la centralità ed è in pole position per beneficiare anche dei grandi progetti di ricostruzione che inevitabilmente (e probabilmente con l’amministrazione Trump, in tempi più rapidi del previsto) riguarderanno il Mar Nero e importanti Paesi dell’area mediorientale.

E’ vero fra il 30 e il 40% del 12% del commercio mondiale che transita attraverso il Mediterraneo, transita senza attraccare in un singolo porto del Mare nostrum. Ma con il tracollo di Suez (-49% nei primi nove mesi del 2024) queste percentuali non sono cambiate. Certo il traffico container specie in aree come l’Adriatico hanno pagato pegno, ma il cluster marittimo mediterraneo ha tratto dalla crisi le motivazioni per confermarsi leader.

Greca la flotta piu’ grande del mondo

La “piccola” Grecia, come evidenziato nel recente “2024 Review of Maritime trasporto marittimo” pubblicato dall’UNCTAD, rimane – sottolinea Duci – il leader mondiale nella proprietà di navi, sia in termini di tonnellaggio (16,9% della flotta globale, Cina, Giappone e Singapore) e di valore (11,8%), superando Cina, Giappone e Stati Uniti). Le navi greche, che battono la bandiera nazionale solo per il 12,7% del tempo, dominano il traffico di rinfuse (sia solide che liquide) nei porti di tutto il mondo. in tutto il mondo e gli armatori greci sono riconosciuti come i più abili nel leggere tendenze del mercato. Con un effetto traino sull’economia greca che si sta prendendo una rivincita anche emotiva su quella tedesca.

Malta e Cipro hanno creato un quadro amministrativo per la registrazione delle navi che ha reso le loro bandiere la prima e la terza, miglia avanti rispetto alle tradizionali marinerie dominanti di Regno Unito o Norvegia.

L’hub di Tangeri surclassa Rotterdam

Nel settore portuale lo scalo hub porto marocchino di Tangeri, l’unico porto del Mediterraneo tra i primi 20 nel mondo per quanto concerne i container ha polverizzato i livelli di efficienza detenuti dal gigante Rotterdam ed è un esempio di collaborazione unico fra pubblico e privati per altro facendo perno sulla creazione di zone economiche speciali vincenti.

Il Mediterraneo è il secondo più grande mercato globale per l’impiego di flotte nel settore crocieristico, con l’Italia in testa come primo costruttore di navi, con il 34,3% della quota di mercato globale, secondo i dati SACE. Per altro è anche leader nella produzione e nell’esportazione di yacht medio-grandi, dove l’Italia detiene il 23,2% del mercato.

Tre dei primi quattro operatori Ro-Ro al mondo sono italiani con un traffico di traghetti da carico che è cresciuto nel nostro Paese più di ogni altro settore nell’ultimo decennio

Anche il settore dei container, sebbene penalizzato dalla crisi generata dagli attacchi Houthi, si è riplasmato utilizzando come hub quelli che erano regional ports (incluso Genova) e quindi difendendo quote di traffico.

E domani? Il processo di ricostruzione che riguarderà alcuni Paesi come l’Ucraina e il Libano, solo per citarne due, attribuirà ai Paesi mediterranei e in primis l’Italia, potenzialità immense (considerando anche il know nel campo dell’engineering, dell’impiantistica, dell’edilizia che le aziende italiane vantano) una potenzialità di first player, certo tutta da gestire, ma infinitamente superiore ai Paesi dell’Europa settentrionale. Rendendo realistici e concreti gli obiettivi del Piano Mattei.