BTp Futura, incitare il Pil e temere l’inflazione

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BTp Futura, incitare il Pil e temere l’inflazione

Ora che si sa qualcosa in più delle condizioni d’offerta del nuovo Btp Futura, obbligazione governativa decennale rivolta alle famiglie per dare forza alla ripresa contando anche sull’orgoglio nazionale, si può provare a guardarci dentro per una prima valutazione. Mancano, e non è poco, gli interessi minimi delle cedole semestrali che saranno comunicati il 3 luglio (10 luglio i definitivi). Il tasso è fisso ed è previsto crescente in tre step pluriennali. Il primo periodo sarà di quattro anni dove il tasso resterà invariato, nei successivi passaggi potrà essere modificato. La sottoscrizione avrà inizio il 6 luglio, tre giornate disponibili, nessun costo di commissione, nessuna ripartizione. Tutti coloro che sottoscriveranno, a prezzo unitario 100, avranno i titoli richiesti. Nessun vantaggio fiscale aggiuntivo, grava il 12,50% sul rendimento come per altri prodotti pubblici.

Cominciamo brevemente dalla forma: il richiamo evidente è a Futura, brano del 1980 di Lucio Dalla (“Il suo nome detto in questa notte mette già paura”) e sicuramente può piacere. Ci sarà una campagna pubblicitaria. Invita a superare le negatività. Nasce nella grande famiglia dei BTp (Buoni del Tesoro Poliennali)  ben conosciuti dagli investitori istituzionali e dal retail. Solo un mese fa i BTp Italia, che sono però altra cosa, sono stati sottoscritti in abbondanza e dei 22 miliardi totali 14 miliardi, in soli tre giorni, sono arrivati dalle famiglie. Più elementi del BTp Futura rimandano a una certa continuità con i rodati Btp Italia e invece – attenzione – la remunerazione e l’indicizzazione per chi presta i soldi al nostro Stato cambiano molto. Meglio valutare con calma la nuova proposta del Tesoro per scoprire se è adatto alle nostre esigenze.

La durata – Dieci anni non sono pochi, la scadenza è lontana e le variabili possono essere molte, imprevedibili, assolutamente non misurabili per impatto. Stiamo vivendo in questi mesi il dramma umano ed economico di una pandemia non prevista e finora ingestibile. L’ultimo BTp Italia era di “soli” cinque anni, altre emissioni sono state più lunghe.  Tempi lunghissimi, o addirittura titoli perpetui, sono più adatti a investitori istituzionali che mixano le durate.

L’indicizzazione – Il Tesoro ha chiarito che i titoli in offerta avranno un premio fedeltà finale collegato alla crescita del Pil Nominale. Da un minimo dell’1% si potrà arrivare a un massimo del 3 percento dell’investimento. Per Pil, Prodotto interno lordo, si intende l’ammontare del valore prodotto in un Paese nel corso dell’anno, escludendo produzione per autoconsumo e altro. Per “Nominale” si intende calcolato a valori correnti ed è un elemento da tenere presente perché lo differenzia dal Pil “Reale” che è invece il valore della produzione ipotizzando prezzi immobili e non ci fosse l’inflazione. Ad esempio, aver prodotto 10 frigoriferi a 450 euro porta a 4.500 euro, aver prodotto 9 frigoriferi l’anno dopo venduti a 500 euro porta sempre a 4.500 euro ma la produzione è scesa. Il Pil “Reale” fotografa meglio la ripresa dei volumi.

Stime difficili – Rispetto al BTp Italia (che rincorre l’inflazione interna) il nuovo Futura sposta il focus sull’auspicabile crescita economica e non copre invece l’inflazione, cioè l’erosione di valore del capitale investito. Esempio: con 1000 euro restituiti fra dieci anni si compreranno meno merci di quante se ne comprano oggi.  Quanta inflazione maturerà nei dieci anni e quanto dovrà crescere il Pil Nominale per ripagare l’attesa? Ora l’inflazione è ridotta. Il prezzo del petrolio è schiacciato, i tassi sono bassi. Con una robusta ripresa economica, l’inflazione “sana” (aumento della domanda, aziende che rafforzano i volumi e ricostituiscono i margini, lavoratori che chiedono aumenti salariali”) dovrebbe crescere e riavvicinarsi a quel 2% ottimale che la Bce aveva fissato prima che il Covid cancellasse ogni stima. E’ vero che ogni famiglia si può cercare di spendere meno e combattere una battaglia individuale contro il carovita, non tutti i costi sono però comprimibili.   Sperando di togliere di mezzo la pesante variabile Covid, stimare il Pil Nominale e l’inflazione maturata al luglio del 2030 è un esercizio molto utile, non una certezza.

Incentivo alto, liquidità bassa – Infine se si alza il premio per chi deterrà dall’inizio alla fine il neonato Btp Futura, i risparmiatori (come fanno già) tenderanno a mantenerlo per tutta la durata. Ne consegue che il titolo non verrà scambiato in quantità importanti sul secondario Mot, se il titolo sarà poco liquido potrebbe esprimere prezzi deludenti per chi si dovesse trovare nella necessità di vendere (improvvisa opportunità di comprare un box o altro, spese impreviste) rinunciando al premio finale. Va messo in conto. Le novità del prodotto sono evidenti e i responsabili dell’emissione si mantengono prudenti. BTp Futura in prima uscita potrebbe avere in dote meno dei 14 miliardi che le famiglie hanno prestato al loro Stato solo poche settimane fa.  Comunque vada la prima, è prevista una seconda emissione dopo l’estate.  Con Btp Futura il Tesoro vuole allungare la vita media residua del debito in circolazione (ora 6,87 anni) e aumentare la quota di titoli pubblici in mani italiane.

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