Cultura, tv e spettacoli

L'omicidio di Giulia

Emis Killa no, Elodie sì: criticano la trap solo se c’è di mezzo la destra

Salta il concerto di Capodanno a Ladispoli dopo le polemiche della sinistra (e di Repubblica). Ma dove erano fino a ieri?

Emis Killa

Massima attenzione alla violenza della musica trap, ma solo se di mezzo c’è in qualche modo la destra. Questo evidentemente il modus operandi della sinistra (e dei suoi media), come testimoniato dal caso Ladispoli. A poco più da un mese dall’evento, il Comune laziale deve fare a meno del suo concerto di Capodanno. A causa delle polemiche esplose nelle scorse ore, l’amministrazione di centrodestra guidata dal leghista Alessandro Grando ha deciso di annullare l’evento con protagonista Emis Killa, ingaggiato insieme al collega Guè per un cachet di 200 mila euro. Il motivo? La violenza contenuta nei testi di alcune sue canzoni. Ed è qui l’assurdità: non parliamo di un brano uscito uno o due giorni fa, ma di brani noti da anni.

Ogni scusa è buona pur di fare casino e ottenere un po’ di visibilità, avrà pensato la sinistra. L’asse con Repubblica ben collaudato: il quotidiano ha infatti raccolto alcune barre di un testo di Emis Killa (“Preferisco saperti morta che con un altro. Vengo a spararti”, uno dei tanti esempi), l’opposizione ha colto la palla al balzo. “Quella del Comune di Ladispoli è una scelta sbagliata e pericolosa. Affidare lo spettacolo in piazza nella notte di Capodanno a rapper che con le proprie canzoni sembrano quasi incoraggiare comportamenti violenti contro donne e ragazze è tra l’altro un inaccettabile tradimento di ciò che ha chiesto alle istituzioni la grande mobilitazione di sabato scorso”, il j’accuse della consigliera regionale e coordinatrice nazionale del Pd Marta Bonafoni. Sulla stessa lunghezza d’onda gli altri commenti dem, un copia-incolla poco riuscito.

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Emis Killa ha risposto alle accuse parlando di story telling: “Story telling significa raccontare una storia in rima, bella o brutta che sia. Nel caso del pezzo menzionato – scritto 7 anni fa, specifica il rapper – io interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo, per quanto spiacevoli accadono”. Una replica stigmatizzata da Repubblica, in vena di regalare perle di saggezza: “[…] Dimenticando che lo story telling non è una piatta narrazione della realtà né è una forma comunicativa che libera il comunicatore da responsabilità nei confronti di chi lo ascolta. Soprattutto se si tratta di femminicidi, lo sforzo di un artista non può limitarsi a impersonare un assassino”.

L’assassinio di Giulia Cecchettin ha riacceso il dibattito sulla violenza contro le donne ed è giusto, sia chiaro. Ma è piuttosto sorprendente che sinistra e giornali di parte si accorgano del fenomeno rap/trap solo quando di mezzo c’è la destra. Quello di Ladispoli non sarebbe stato il primo concerto di Emis Killa, anzi. Ma qualcuno si è svegliato solo ora, tanto da costringere l’amministrazione a cancellare l’evento. Scelta sbagliata, sbagliatissima. Ma c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare.

Come mai tutti questi censori rossi non hanno aperto bocca in occasione del duetto tra Elodie e Sfera Ebbasta? Non parliamo di un’artista a caso, ma di quella pompata da tutti come la nuova regina del pop italiano. Parliamo di quell’artista che prima del suo concerto con performance sexy ha promosso un minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin. Ebbene, Elodie nel duetto con Sfera Ebbasta in “Anche stasera” ha cantato un vero e proprio inno alla gelosia e al possesso. “Sei soltanto mia, mai più di nessuno, odio chi altro ti ha avuta o fatta sentire al sicuro”, “per te vado in galera” e “se domani finisce è un problema”, solo alcuni esempi. Forse professarsi di sinistra e attaccare Giorgia Meloni garantisce una sorta di immunità…