Esiste un ecologismo non ideologico. Il caso San Benedetto

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Per fortuna, esiste un ecologismo non ideologico. Che non è nemmeno un -ismo, è molto di più, è attenzione concreta, laica, efficiente all’ambiente in cui gli uomini vivono e operano. Un approccio “green” fattivo, non retorico, non nemico della cultura d’impresa, tanto che ad esempio è diventato il tratto distintivo di un’azienda nota, simbolo dell’eccellenza italiana, come San Benedetto.

Parliamo di un gruppo, Acqua Minerale San Benedetto S.p.A, che è attivo commercialmente in 100 Paesi e che dà lavoro a circa 2300 dipendenti. Ma che ha sempre mantenuto con l’elemento naturale lo stesso legame del primo stabilimento per l’imbottigliamento delle acque, sorto il 10 aprile 1956 a Scorzè, in provincia di Venezia. Certo, nel frattempo è diventato un grande gruppo, con una macchina collaudata che segue tutte le fasi del processo industriale, dalla produzione alla commercializzazione, attraverso sistemi ad alta tecnologia. Ma tutto questo patrimonio aziendale è messo anzitutto al servizio dello stesso obiettivo di allora: preservare la purezza dell’acqua, monitorare la sicurezza delle fonti e garantire la tutela di un bene primario fondamentale.

Fin dagli anni Ottanta l’azienda ha fatto dell’innovazione tecnologica un tratto distintivo. Ha lanciato, fra i primi in Italia, i contenitori in PET (polietilene tereftalato), una plastica 100% riciclabile. Ha ideato e prodotto contenitori sempre più leggeri, utilizzando minori quantità di materia prima per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Innovazione e risparmio sono sempre state le due facce della stessa medaglia nei programmi industriali di San Benedetto. Virtuosità imprenditoriale e rispetto dell’ambiente, ecco la ricetta tutta pragmatica, nient’affatto ideologica, che infatti ha prodotto risultati considerevoli.

L’attività di ricerca continua che caratterizza il gruppo ha portato ad esempio alla creazione della linea Ecogreen – che comprende i formati da 0,5L, da 1L Easy e quelli famiglia da 1,5L e 2L – con il 100% delle emissioni neutralizzate attraverso l’acquisto di crediti di carbonio che finanziano progetti di riduzione dei gas effetto serra e che utilizza dal 10% al 50% di RPET (PET riciclato), il massimo previsto dalla legge. Ecogreen è stata la prima linea di prodotti in Italia a ricevere dal Ministero dell’Ambiente la certificazione del Programma per la validazione dell’impronta ambientale.
I risultati raggiunti dalla politica industriale del gruppo sono conclamati: in cinque anni (dal 2013 al 2018) sono state ridotte le emissioni di gas effetto serra del 18,7% sull’intera linea Acqua Minerale San Benedetto Ecogreen, pari alla CO2eq assorbita in un anno da 140.767 piante e all’emissione generata dal consumo di 65.146 lampadine a led da 11,5 Watt tenute sempre accese per un anno.

Un ulteriore fiore all’occhiello è l’utilizzo di un impianto di trigenerazione nello stabilimento di Scorzè che, grazie alla produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera, è stato in grado di ridurre, dal 2016 al 2018, le emissioni di CO2eq di circa 25.300 tonnellate.
Il punto di fondo, filosofico, dell’approccio portato avanti da San Benedetto è il legame tra modernità e coscienza ambientale, tra cultura d’impresa e sensibilità verde. È l’innovazione, tecnologica e di servizio, di prodotto e di processo, il grimaldello grazie a cui l’azienda di Scorzè riesce ad offrire al consumatore prodotti contemporaneamente ad alta sostenibilità e a forte differenziazione rispetto alla concorrenza.

Con questa filosofia, San Benedetto si è anzitutto affermata sul mercato, che è la precondizione per incidere davvero sulla realtà, migliorandola.

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