“Fino al 70% in meno…”. La verità sulla variante Omicron

La ricerca del Ukhsa fa ben sperare: “I dati mostrano segnali incoraggianti”

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Ad oggi su Omicron non ci sono certezze, va detto, eppure i primi segnali sembrano positivi. La nuova variante di Sar-Cov-2 corre veloce, ma per ora non fa schizzare in alto le ospedalizzazioni. I medici che lavorano nei reparti Covid raccontano di pazienti che non si ammalano come in passato e non muoiono come nella prima fase dell’epidemia. “La gravità della malattia è lieve”, va ripetendo da giorni Angelique Coetzeecapo della South African Medical Association che ha scoperto la mutazione in Sudafrica. E adesso i primi dati in arrivo dal governo britannico sono decisamente incoraggianti.

Come scriveva ieri il Daily Mail, infatti, Omicron sembra essere fino al 70% meno grave della variante Delta: chi si infetta ha il 45% di probabilità in meno di finire in pronto soccorso e tra il 50% e il 70% di possibilità in meno di essere ricoverato. I dati arrivano dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria (Ukhsa) e si basano su mezzo milione di casi confermati tra il 22 novembre e il 19 dicembre: si tratta di uno studio preliminare e con pochi casi Omicron arrivati in ospedale, ma anche l‘Imperial College di Londra e l’Università di Edimburgo, che hanno concluso una ricerca nelle scorse ore, ritengono che la nuova variante possa essere fino al 50% meno grave della precedente. “La nostra ultima analisi – ha detto la dott. ssa Jenny Harries, amministratore delegato dell’Ukhsa – mostra un segnale incoraggiante che le persone che contraggono la variante Omicron possono avere un rischio relativamente inferiore di ospedalizzazione rispetto a coloro che contraggono altre varianti”.

Omicron rappresenta oggi già il 76% dei casi confermati in Inghilterra. Qualche preoccupazione, ovviamente, resta. Intanto perché l’aumento della rapidità di trasmissione di Omicron rispetto alle precedenti “versioni” potrebbe comunque portare ad un aumento delle ospedalizzazioni. E poi perché occorre ancora valutare l’efficacia dei vaccini con la nuova mutazione. Sebbene il booster di richiamo riabiliti la protezione contro la malattia, secondo l’Ukhsa questa inizierebbe a calare già dopo 10 settimane dalla prima dose. Una difesa che “inizia a diminuire più rapidamente contro Omicron rispetto a Delta”. Il ministro Javid, però, si mostra ottimista: “Questi nuovi dati Ukhsa su Omicron sono promettenti – ha detto – mentre due dosi del vaccino non sono sufficienti, sappiamo che i booster offrono una protezione significativa contro la variante”.

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