Galimberti offende la Meloni: “Non vorrei mai essere suo figlio”

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Il filosofo Umberto Galimberti ci ricasca. E dopo Matteo Salvini, adesso a finire nel mirino dell’intellettuale di sinistra, è Giorgia Meloni. Al professore non era bastato affermare poche settimane fa durante la trasmissione In Onda su La7 che la “Bestia” partorita da Luca Morisi, l’ex guru social di Salvini, fosse peggiore dei brigatisti rossi: “Per quanto fossero esecrabili le loro manifestazioni e le loro azioni – aveva detto Galimberti – negli anni ’70 c’era la supposizione che avessero un’idea o un’ideologia”. E ancora: “Non giustifico gli anni Settanta ma avevano un’ideologia alle spalle e per quanto esecrabili siano state le loro azioni, però almeno avevano un supporto non dico di pensiero, ma almeno qualcosa che ci somigliava”. Insomma, Galimberti preferisce gli spari degli anni di piombo alle campagne social “aggressive” che in questi ultimi anni hanno contraddistinto l’attività social di Salvini.

Domenica sera è andato in scena il secondo capitolo di questa saga. Il contesto è sempre quello del programma targato La7, con David Parenzo e Concita De Gregorio alla conduzione. Dopo un servizio sul comizio di Giorgia Meloni a Madrid sul palco di Vox – al grido del tormentone “Yo soy Giorgia, soy una mujer, soy una madre, soy italiana, soy cristiana” – il prof Galimberti prendendo la parola ha detto: “Quando dice ‘sono madre’ mi verrebbe voglia di non essere mai suo figlio, quando dice ‘sono cristiana’ mi verrebbe voglia di essere ateo.” Un intervento talmente fuori luogo da creare sbigottimento pure in Parenzo e De Gregorio. Il che è tutto dire!

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