Giallo La Russa, Forza Italia non vota: chi lo ha eletto?

Il mistero sull’elezione del presidente del Senato. Occhi puntati sul Terzo Polo

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Se l’obiettivo era eleggere un presidente del Senato di centrodestra, segnatamente Ignazio La Russa, l’obiettivo è stato senz’altro raggiunto. Se l’idea era anche quella di inviare al Paese un segnale di compattezza, beh… siamo al mezzo disastro.

Il motivo è semplice: La Russa aveva bisogno di 104 voti per essere eletto. In teoria il centrodestra aveva tutti i numeri per eleggerlo senza paturnie d’animo. La matematica non è un’opinione. Fratelli d’Italia può contare su 66 senatori, la Lega su 29, Forza Italia su 18 e Noi Moderati su 2. Somma: 115, ben più dei voti richiesti.

Solo che durante la chiama a Palazzo Madama, i senatori di Forza Italia non hanno risposto. Tradotto: non hanno partecipato al voto. Si tratta di 16 senatori, esclusi dunque solo Maria Elisabetta Alberti Casellati (ex presidente) e Silvio Berlusconi il quale, dice lui, ha partecipato per mostrare un’apertura nonostante nel gruppo di Fi fosse emerso “un forte disagio per i veti” sui nomi dei ministri (per la precisione, Ronzulli).

Sempre la matematica diceva insomma che per La Russa le cose si stavano mettendo male. Mancando i voti di Forza Italia, in teoria per lui non ci sarebbe stato scampo: solo 99 voti certi (100 con quello di Mario Borghese, di Maie). Troppi pochi. Invece, mentre Liliana Segre leggeva i fogliettini usciti dalle urne, a un certo punto l’Aula è esplosa in un applauso: Ignazio La Russa raccoglie 116 voti e diventa presidente. Bene, bravo, bis: ma grazie a chi?

Ed è qui che esplode il mistero. Mancando i voti di Forza Italia, non ci sono dubbi: qualcuno dell’opposizione deve aver dato una mano alla maggioranza di centrodestra con circa 16-18 voti. Chi? Impossibile dirlo con certezza. Gli occhi sono tutti puntati sul Terzo Polo (magari in cambio del Copasir?), anche se Renzi smentisce categoricamente (e comunque di senatori lui e Calenda ne hanno solo 9). Ipotizzando che Berlusconi, Casellati e tre senatori a vita abbiano votato per La Russa, ci sono 13 voti arrivati dall’opposizione. Se anche tutti e 9 del Terzo Polo avessero votato con la maggioranza, ce ne sarebbero almeno 4 arrivati dal resto delle opposizioni, cioè Pd e M5S.

Berlusconi dice di “sapere” che a votare La Russa sono stati Renzi&co oltre ai senatori a vita. Letta invece definisce “grave e irresponsabile” che una parte dell’opposizione sia corsa in aiuto della destra. Di sicuro per ora ci sono due fattori. Primo: il centrodestra ne esce male, con l’immagine plastica della divisione interna mostrata a favor di telecamere da quel presunto “vaffa” di Silvio Berlusconi all’indirizzo di Ignazio La Russa. Ma forse anche dal fatto che il neo-presidente ha ringraziato “chi mi ha votato pur non facendo parte della maggioranza”. Secondo: con questa mossa a sorpresa, Giorgia Meloni e Matteo Salvini inviano un messaggio chiaro a Forza Italia: occhio a tirare la corda troppo sui nomi dei ministri, leggi Licia Ronzulli, perché questo parlamento può stare in piedi con un governo anche senza di voi. Vale a dire: il peso di Fi dopo l’elezione di Palazzo Madama rischia di uscire ridimensionato.

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