L'omicidio

Giulia, le coltellate e il fosso: la violenza animalesca del “bravo ragazzo”

Il corpo della giovane Cecchettin trovato nei pressi del lago di Barcis. Ora è caccia all’uomo: Filippo Turetta avvistato in Austria

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Giulia Cecchettin

Diverse coltellate alla testa e al collo. Questo è quanto emerso dall’ispezione cadaverica esterna di Giulia Cecchettin, la ventiduenne veneta, il cui corpo è stato ritrovato senza vita nei pressi del lago di Barcis, in Friuli-Venezia Giulia. Una scoperta agghiacciante avvenuta la mattina del 18 novembre, dopo una settimana di ricerche.

L’esame di ieri è stato svolto dal medico legale Antonello Cirnelli, alla presenza del sostituito procuratore di Pordenone Andrea Del Missier. Secondo quanto riportato dall’Ansa, Giulia presentava anche numerose ferite alle mani e alle braccia, aspetti, questi, che confermano il tentativo di difesa della giovane durante l’aggressione.

Difendersi da chi?

La risposta è data dalle immagini della telecamera di videosorveglianza di un’azienda, che riprendono due giovani litigare in modo violento: Giulia e il suo ex fidanzato Filippo Turetta. Uno scenario di una violenza animalesca, che si consuma nel parcheggio di Fossò, dove il ragazzo colpisce la ventiduenne a mani nude, al punto da farla cadere a terra e poi inveire su di lei prendendola a calci tra le urla della vittima: “Mi fai male”. In un secondo momento, mentre i due si stanno spostando con l’automobile in un altro punto, Giulia riesce a liberarsi e a lasciare il veicolo, ma viene raggiunta e colpita alle spalle dal ventiduenne “producendole, quale conseguenza della propria azione – secondo quanto riportato dalle carte giudiziarie visionate dall’Adnkronos – ulteriori ferite e ulteriori copiosi sanguinamenti, che determinavano che la parte offesa rimanesse a terra apparentemente esanime mentre il Turetta caricava il suo corpo nella propria auto, allontanandosi dal luogo dei fatti e rendendosi immediatamente irreperibile”.

Nel frattempo, le forze dell’ordine sono alla ricerca del ventiduenne.

Si teme che il ragazzo in fuga possa essere all’estero, in quanto la sua macchina è stata localizzata in Austria già all’indomani della partenza dalla zona tra Venezia e Padova, dove si è consumata la lite con Giulia. Una violenza che si concluderà col corpo agonizzante della ragazza gettato per oltre 50 metri, per poi essere trovato da un cane della Protezione civile del Friuli-Venezia Giulia in un canalone. Una zona così impervia che, per recuperare la giovane vittima, è stato necessario l’intervento di una squadra speleo-alpino-fluviale di Pordenone. Giulia, al momento del suo ritrovamento, era vestita con gli stessi abiti che indossava al momento della scomparsa.

Una scomparsa che ha avuto un tragico epilogo scritto da un “bravo ragazzo”. È questa l’espressione riportata in una story di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, citando la scrittrice, Valeria Fonte, che recita “È stato il vostro bravo ragazzo”. Quel bravo ragazzo che, a detta dei familiari, non aveva accettato la fine della relazione e che non voleva la laurea di Giulia, il 16 novembre, per timore di perderla definitivamente. Una gelosia, di cui la ragazza avevo parlato ai suoi cari, e che anche questa volta ha dato i suoi frutti acerbi. Giulia è la 103ª vittima di femminicidio.

La morte contro la vita. Quella vita che Giulia aveva affrontato con forza e determinazione per cercare di conseguire la laurea nonostante il grave lutto, vissuto l’anno scorso, per la morte della madre in seguito ad una malattia. Il padre, ieri sera, è tornato a casa dopo aver riconosciuto il corpo senza vita di sua figlia. Ad aspettarlo sul vialetto l’altra figlia, Elena, con cui si è abbracciato prima di chiudersi alle le porta-finestre alle spalle.

Questo è quel che resta della scomparsa di una giovane donna: il dolore straziante dei familiari, i fiori lasciati da un intero paese in lutto e tanti sogni spezzati prima ancora di essere vissuti.

Nemes Sicari, 19 novembre 2023

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