Green pass, abbiate il coraggio di dare la colpa a Draghi

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Quando il 10 agosto del ‘39 Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri di Mussolini, vola in Germania con la missione di dissuadere quei guerrafondai a imbarcarsi in una nuova guerra, incontra il suo collega Ribbentropp e gli chiede cosa caspita hanno intenzione di fare i tedeschi – che già si erano annessi, senza che nessuno dicesse pio, l’Austria e parte della Cecoslovacchia – col casotto che stanno sollevando sulla Polonia. «Volete Danzica?», chiede Ciano. «Vogliamo la guerra!», replica l’altro. «E secondo voi Inghilterra e Francia staranno a guardare?». E Ribbentropp: «Non muoveranno un dito. Scommettiamo?». Fecero la scommessa: un quadro rinascimentale italiano contro una raccolta d’armi tedesche. Sappiamo tutti l’esito della scommessa: il primo settembre Hitler invadeva la Polonia e il 3 settembre Francia e Inghilterra dichiaravano guerra alla Germania. Il finimondo.

Tutto quanto sopra per dire che coloro che governano il mondo, i cosiddetti leader, non esitano a mandare al macello i popoli che essi governano e, per giunta, ci si divertono pure: l’insipienza e il cinismo regnano spesso sovrani. Ed è da settimane che chiedo a me stesso: cosa mai avrà scommesso Mario Draghi – e con chi? – per agire come sta agendo. Mi immagino la scena tra lui e il suo – per noi misterioso – interlocutore: scommettiamo che riesco a far fare agli italiani le cose più assurde senza che essi abbiano nulla da ridire? Anzi, mi ringrazieranno come loro salvatore? Ed è forse così – sennò non me lo spiego – che deve essere nato il green pass all’amatriciana. Quello che quel genio del ministro Enrico Giovannini ti chiede di esibire se sei dentro un eurostar, comodamente seduto a un metro di distanza dal tuo dirimpettaio, ma si guarda bene dal controllare se sei dentro un treno regionale o, peggio, dentro un autobus cittadino, pieni come un uovo.

Il green pass che ti consente di entrare nei cinema, teatri, stadi e ristoranti, ma anche di andare a lavoro, ben sapendo che potresti ben essere contagioso. Tant’è vero che in tutte le riunioni di codesti leader, tutti vaccinati, tamponati e greenpassati – o greenspassosi – essi si presentano, al colmo del ridicolo, con tanto di mascherina sul volto. Viene il sospetto che non abbiano la faccia di mostrarla, la faccia. Il green pass che non ti concede nulla di quanto sopra perché si presume, al colmo del grottesco, che uno che la malattia non ha possa contagiare chi contro essa si è immunizzato. Il green pass che consente ai non vaccinati negativi, quindi sanissimi, di mischiarsi con vaccinati che ormai anche le pietre sanno possono essere contagiosi; condannando così alla malattia – ma che dico, alla malattia: alla morte (Draghi dixit) – gli ultimi sani rimasti. Il green pass che sta infiammando l’Italia della gente col cervello nella testa e con la testa sulle spalle, visto che se lo hai vai in discoteca purché te ne stia con la mascherina se non balli e puoi toglierla se balli.

Non finiremmo più se continuiamo ad elencare le delizie del green pass. Qualcuno dei geni che l’hanno promosso, pensando di correggere il tiro, propone l’obbligo vaccinale. Non si rendono conto, i furboni, che nulla cambia: codesto virus e codesti vaccini non hanno nulla che giustifichi un tale obbligo. Con altri virus e con altri vaccini un eventuale obbligo è giustificato dal fatto che non si vuole contagiare chi il vaccino non può farlo. Ma qui la cosa non vale: il virus è mutato, la protezione – ancorché sufficiente da consigliare la vaccinazione – è totalmente insufficiente in ordine al contagio: i non vaccinati non sono granché più protetti se i vaccinati – che oggi 16 ottobre sono il 70% con due dosi e il 76% con una sola dose (quindi il governo ha fallito anche qua) – aumentano di qualche punto percentuale.

Molti commentatori in questi giorni se la prendono col ministro Lamorgese o col ministro Speranza. Io son della vecchia guardia, di quelli che pensano che il pesce puzza dalla testa. La responsabilità primaria l’ha allora Mario Draghi: avrebbe dovuto capire l’inadeguatezza della prima e l’incompetenza del secondo. Quest’ultimo, soprattutto – anche Giufà lo aveva capito fin da sùbito – non avrebbe avuto alcuna autorevolezza a invogliare nessuno alla vaccinazione, se questo era il desiderio del governo. Anzi, tutto il comportamento dell’uomo durante tutta la pandemia deve aver indotto molti a fare esattamente l’opposto di quel che Speranza diceva di fare. Chi si vaccina ha paura del virus, chi non si vaccina ha paura del vaccino. Nessun governo può dire a nessuno di cosa aver paura, e la paura degli uni non ha più dignità di quella degli altri: non ci vuole molto a capirlo.

Allora, signor Draghi, la sua scommessa l’ha perduta: chieda scusa agli italiani, magari dica che l’aveva fatto a fin di bene, ma riconosca l’errore e abolisca il green pass. Sono un plurivaccinato con tutti i vaccini disponibili sul mercato e sono greenpassato, ma fin dal primo giorno del green pass ho pensato una cosa sola: esso è una barbarie.

Franco Battaglia, 16 ottobre 2021

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