Il nuovo idolo dei teologi

Greta sacerdotessa cum laude: il green è ufficialmente religione

L’Università di Helsinki ha conferito una laurea teologica honoris causa a Greta Thunberg

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Uno legge delle cose e assume improvvise mutazioni genetiche. Dr Jeckyll e mr Hyde, Marnie Bannister e Satanik, Tananai e Ozzy Osbourne, il dottor Osbourne e Goblin, il mite cronista e Alberto Sordi: a scemo! A ‘mbecille! Eh, debbono essercene non pochi all’università di Helsinki, e pure questo Tuomas Heikkilä, definito da la Stampa “il maggiordomo del papa”, dev’essere un tipo notevole, a quanto pare un teologo, uno storico finnico, uno capace di simili esplorazioni del cialtronesco: “La Facoltà di Teologia studia le questioni centrali dell’umanità. Le più grandi speranze e paure. Le maggiori minacce odierne, come il cambiamento climatico, la perdita della natura e le guerre, sono problemi causati dall’uomo”. Che uno più che altro pensa al dottor Tomas di Lino Banfi, quello “la vostra soddisfazione è il nostro miglior premio, piripiripì”.

La nostra soddisfazione sarebbe che il nordico ateneo ha conferito una laurea teologica honoris causa a Greta Thunberg, l’attivista che vede la CO2 sui muri (parole sue) e da sei anni annuncia la fine del mondo, rimuovendo poi i twittini apocalittici perché non si verifica mai. Una che, ormai fuori dal tunnel dell’adolescenza, non è più appetibile per il mercato pubblicitario vagamente lolitesco e puntualmente è uscita dal radar: ogni tanto, in chiara astinenza da spot, si riduce ad inscenare qualche azione di disturbo, nel senso mentale, alla presenza dei media, con la polizia che la prende, la porta via, le chiede il selfie e la rimanda a casa nell’imbarazzato compatimento che si deve agli squilibrati. E le danno la laurea. “Ma come” dicono quelli che ancora ragionano, ovviamente in fama di conservatori che è sinonimo di fascisti “ma se si vanta di non aver finito neanche le scuole dell’obbligo!”.

Ma fosse solo questo: con la sua strampalata campagna ego-logica, sul delirante, questa marionetta dei Soros, dei Gates e di tutti quelli che nel latte dell’allarmismo ci intingono il gran biscotto ha scatenato danni da laurea all’università dell’inferno. Difatti siamo al pandemonio, il rovesciamento, il regno infernale del frastuono e della perdita della logica: sentite il teologo Martti Nissinen professore di studi dell’Antico Testamento presso la Facoltà di Teologia della stessa Università di Helsinki, come spiega la patafisica laurea: “Scegliendo Greta come accademica onoraria, esprimiamo il nostro desiderio di essere coraggiosi e di impatto come lei“. Ora, lasciamo perdere il coraggio, che è sempre spazzatura retorica: ma può un teologo, un docente, esprimersi e pensare così? Essere “di impatto”? Come Greta? “Disgraziéto maledétto, non sembra neanche un professore”.

E invece. E invece ha ragione il teologo, il maggiordomo, hanno ragione loro, tutti quanti in blocco. Perché Greta è la sacerdotessa che si fa idolo, il feticcio uscito dal fango e plasmato apposta per una religione senza Dio, dove Dio sono io. Inafferrabile credo di Greta dove tutto è nuvola: l’ambiente, il pianeta, il caldo, il freddo, il sesso, l’utero postal market, la crisi climatica, idrica, virale, mentale. Non avrai niente e sarai felice, non avrai che te stesso e sarai felice, non avrai più un Dio, una coscienza, un’anima, solo un codice a barre, un QR, una app tracciante, e sarai felice. Felice come Greta che vede la CO2 sui palazzi. Felice di sentirti sempre a un passo dall’estinzione, col senso di colpa incorporato, con la vergogna della tua pelle bianca, del tuo maledetto cazzo di uomo fallico e patriarcale, anche se non comandi neppure sui tuoi gatti e del resto non ci hai mai tenuto.

Sì, hanno ragione questi e in fondo noi che abbiamo da parlare? Noi teniamo atenei che cercano di spaccare la testa ai giornalisti e vietano l’ingresso a un papa teologo però in compenso tiran le lauree dietro alle influencer, le chiamano a tenere prolusioni che quelle cominciano così: “In vita mia non ho mai letto un libro ma ne ho scritti tre”. Oppure ai Rossi, il Valentino motociclista, “geeee, bbzzz, ‘tenti che faccio la pennaaa!”, il Vasco rockista tortellini panna prosciutto e mascherina, “eeeh! Oooh! Capittoo!”, abbiamo un papa che accoglie “come un fratello” il Casarini casinista di cielo, di terra e di mare, abbiamo una segretaria della sinistra che strilla alla crisi idrica e difende i teppisti, detti attivisti climatici, che lordano Palazzo Vecchio e ci vogliono 5 tonnellate d’acqua a ripulirlo, abbiamo un sindaco fiorentino che prima li placca e poi subito si pente “perché ho anch’io tre figli e bisogna lasciargli il pianeta”, abbiamo intrattenitori in fama di opinionisti come Scanzi e Parenzo, abbiamo il festival di Sanremo e un presidente che ci va, abbiamo avuto un regime concentrazionario e lo hanno chiamato libertà, abbiamo una Unione che è la nave dei folli (e dei ladri), abbiamo una sinistra comunista ginnasiale che ha accentuato la sua inclinazione all’illegalità goliardica ma violenta Toni Negri style, al garantismo per i criminali, alla comprensione verso i balordi si parli di bombaroli, ladri di case, rom rapinatrici, spacciatori, scafisti, stragisti.

Dunque chi siamo noi, evangelianamente parlando, per giudicare un ateneo di lunatici? Noi siamo un manicomio dalle Alpi al Lilibeo, il nostro patrimonio è un pandemonio da saccheggiare, siamo assuefatti al brutto e al peggio, che aspettiamo anche noi a conferire una laurea a Greta in qualsiasi cosa, astrologia, stregoneria, commercio di alghe, antifà, quello che volete, capitto, eeeh, oooh.

Max Del Papa, 23 marzo 2023

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