Società

Il cancro burocratico: 3 anni per installare 8 giochi

L’odissea burocratica che un’associazione ha dovuto fronteggiare prima di inaugurare un parco

© SusanneB tramite Canva.com

Dopo una lunghissima Odissea burocratica, alla fine il parco pubblico di San Sisto a Perugia, di cui ci siamo occupati all’inizio dell’anno, ha finalmente aperto i battenti. Il fatto, seppur di rilevanza locale, costituisce un classico esempio di come funziona il nostro sistema, nel quale occorrono tempi biblici anche per installare, a proprie spese, una semplice area giochi a beneficio dei genitori e dei bambini del relativo quartiere.

Si tratta di una meritoria iniziativa, totalmente autofinanziata, realizzata da un gruppo di cittadini che per ricordare un giovane di 30 anni, deceduto a causa di un incidente stradale, hanno fondato una associazione che porta il suo nome: Alessandro Pedetti. Ebbene, la riqualificazione e la gestione di una delle aree più frequentate di San Sisto rappresentava sin dall’inizio la principale iniziativa di queste volenterose persone. Ma, come ben sappiamo, quando si ha a che fare con il muro di gomma del nostro sistema burocratico la buona volontà non basta per raggiungere qualsiasi obiettivo: occorre dotarsi di una enorme dose di pazienza.

Tant’è che solo per farsi autorizzare il progetto, la stessa Associazione ha dovuto aspettare molto tempo, riuscendo alla “fine” ad ottenere il via libera per i primi di agosto del 2023. Sta di fatto che i lavori di allestimento dei giochi e del rifacimento dell’intera area verde sono stati praticamente completati entro i termini previsti, che erano fissati in due mesi. Tuttavia, come abbiamo già scritto nel precedente articolo, data la presenza di alcuni residuali cumuli di terra, l’assessore ai Lavori pubblici e all’Ambiente di Perugia, Otello Numerini, da me interpellato mi spiegò che la stessa terra doveva essere analizzata e caratterizzata e non era possibile neppure, come chiesero più volte i responsabili della citata Associazione, spargerla all’interno del medesimo parco.

Eppure, forse per una pura e semplice casualità, dopo una decina di giorni dalla pubblicazione del nostro articolo, il “grande” ostacolo fu rapidamente rimosso, collocando la terra di risulta in un altro terreno comunale distante qualche centinaio di metri. Ciononostante, non è dato saperne il motivo – forse a causa di uno dei tanti permessi che si era impantanato in qualche ufficio – i nostri solerti volontari e i cittadini del quartiere hanno ricevuto l’autorizzazione a riaprire ufficialmente il parco solo il 20 aprile.

Una riapertura con la presenza della banda musicale e delle massime autorità comunali per il fatidico taglio del nastro che, a causa del maltempo, è stata posticipata al 21 aprile. Ora, ciò sarà sicuramente frutto di mere maldicenze, tuttavia qualcuno ha spiegato questo ulteriore ritardo con l’esigenza di mettere il cappello politico sull’intera iniziativa, visto che è già partita da tempo la campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Comunque stiano le cose, da semplice cittadino osservatore, mi chiedo come sia possibile in questo Paese realizzare in tempi ragionevoli i progetti infrastrutturali più ambiziosi, se solo per installare otto giochi per bambini, tutti rigorosamente a norma, occorrono circa tre anni.

Ovviamente le ragioni di una caratteristica che ci distingue negativamente da gran parte del mondo sviluppato sono molteplici e assai complesse, oltre che piuttosto radicate a tutti i livelli nella nostra cultura amministrativa. Ma credo che un po’ tutti dobbiamo ammettere che con un simile coacervo di lacci e laccioli ammodernare il Paese rappresenta una vera fatica di Sisifo.

Claudio Romiti, 21 aprile 2024

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