Il coro ridicolo dei lacchè di Biden

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Credevo fosse amore, invece era Piddì. Oltre Fantozzi, oltre la megaditta: “È un bel presidente!”, urlacchiano tutti in una epidemia di servilismo, Piddì fa rima con Coviddì. Tutti in coro per Joe l’addormentato, una roba immonda, messaggi non di felicitazioni, congratulazioni, di beneaugurio, come sarebbe giusto e doveroso, sono passati direttamente al porno.

Paolo Gentiloni è così eccitato che si abbraccia da solo, e va beh che uno gode come può, ma occhio al colpetto, conte. David Sassoli che spara una dichiarazione a cavallo tra il tifo ultrà e la lettura del tigì. E questi sarebbero figure istituzionali dell’Europa Unita, figuratevi un po’, da cui alcune conferme: la Ue è una sovrastruttura cialtrona, e ricamiamo eufemismi, e i nostri politicanti per tutte le stagioni non conoscono decoro, chissà Trumpone come scuoterà il testone aranciato bofonchiando: che manica di coglioni, e io avrei dovuto fidarmi di queste scartine?

Tutto il mondo è servitù, ma in Italia si conclama la curiosa declinazione per cui la politica è la continuazione dell’ego affarista con altri mezzi: può una figura ufficiale, pubblica, per giunta sovranazionale abbandonarsi a simili eccessi al di fuori da ogni dignità? Il Gentiloni che freme abbracciandosi perché ha vinto Sleepy Joe, come minimo tradisce il ruolo, scavalca il confine della correttezza, arriva al dileggio, all’insulto; ma immagina, puoi: se per volere del dispettoso dio del cigno nero, saltasse fuori che le elezioni sono state realmente imbrogliate, e tornasse in sella Donaldone: con che faccia, mio Dio, con che faccia? Roba da spedirci subito i proconsoli.

Siamo governati, al solito, da irresponsabili. Dice che Sleepy sta preparando per i cari inferiori una corsa ciclistica, e molti dovranno fare attenzione al sellino. Quello di Firenze, chiamato “il Bomba”, preda di una megalomania incurabile, convinto d’esser stato determinante con la sua Italia Smorta; i dinosauri di Rifondazione, che credevamo felicemente estinti, che si riscuotono, convinti d’averci messo pure loro lo zampino grazie “alle battaglie antifasciste, Blm e gender” e qui siamo all’ammissione di colpa, sia pure con l’attenuante della demenza senile.

Ci si tuffa pure Berlusconi, che dà lezioni di bon ton al collega tycoon dall’alto della sua esperienza d’anfitrione di cene eleganti, quella roba là, ricordate? Avanti, c’è posto: nel reality elettorale, vince chi più sguazza nella miseria esistenziale, tipo quella cafona che diceva “non ce n’è coviddì” e le hanno fatto fare una canzone e un video, osceni, nel senso di fuori di scena, come intendeva Carmelo Bene. Qui fuori sono tutti e sparano messaggi imbarazzanti, se non per chi verga, per noi che mesti leggiamo.

Tutti, anche il presidente Mattarella? Anche lui. Il nuovo 25 aprile. La liberazione dal fascismo e dal coviddì. Il nuovo corso. Il mondo bellissimo. Le battaglie gender. Le ammucchiate democratiche. Mica come quel porco che andava a mignotte. It’s a long, long way to Bibbiany.

Max Del Papa, 10 novembre 2020

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