Il dati confermano: suicidio green inutile. Il consumo di gas aumenta

Secondo uno studio effettuato da Shell, la domanda globale di GNL “salirà notevolmente” nei prossimi sedici anni: ecco perché

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Brutte notizie per i talebani della religione green. Gli obiettivi posti dall’integralismo verde sono difficili da raggiungere, costano parecchio e rischiano di non rivelarsi efficienti come da premessa. E, soprattutto, con il passare dei mesi sembrano sempre più distaccati dalla realtà. L’ultimo disastroso aggiornamento è legato allo studio “GNL Outlook 2024” effettuato da Shell che lascia spazio a pochi dubbi: la domanda globale di gas naturale liquefatto salirà notevolmente entro il 2040.

Secondo il report di Shell, il fattore principale dell’aumento è il passaggio industriale da carbone a gas dei Paesi del sud-est asiatico e della Cina. In altri termini, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi climatici su scala mondiale nonostante l’Occidente stia spendendo miliardi di euro per il passaggio alle emissioni zero. L’aumento della domanda di Gnl è incompatibile con la diminuzione delle emissioni necessaria per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dell’obiettivo di 2 gradi centimetri concordato negli accordi sul clima delle Nazioni Unite.

Lo studio degli esperti non lascia spazio a dubbi: l’impegno dell’Italia e degli altri Paesi occidentali per ridurre la Co2 viene semplicemente sotterrato dalla crescente domanda di combustibili fossili. “La domanda di gas naturale ha raggiunto il picco in alcune regioni, ma a livello globale è destinata a raggiungere il picco dopo il 2040. Il mercato globale del GNL continuerà a crescere negli anni ’40, principalmente guidato dalla decarbonizzazione industriale della Cina e dal rafforzamento della domanda in altri paesi asiatici”, la conferma di Shell. Il commercio globale di GNL ha raggiunto i 404 milioni di tonnellate nel 2023, rispetto ai 397 milioni di tonnellate del 2022. Entro il 2040 si prevede che salirà fino a 685 milioni di tonnellate, con un aumento del 70%.

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Steve Hill, vicepresidente esecutivo di Shell Energy, ha dichiarato: “È probabile che la Cina domini la crescita della domanda di Gnl in questo decennio poiché la sua industria cerca di ridurre le emissioni di carbonio passando dal carbone al gas. Dato che il settore cinese dell’acciaio a base di carbone rappresenta più emissioni rispetto alle emissioni totali di Regno Unito, Germania e Turchia messe insieme, il gas ha un ruolo essenziale da svolgere nell’affrontare una delle maggiori fonti mondiali di emissioni di carbonio e inquinamento atmosferico locale”. Nel rapporto viene evidenziato che il Gnl ha svolto un ruolo vitale nella sicurezza energetica europea nel 2023 a seguito del crollo delle esportazioni dai gasdotti russi del 2022.

“Con nuovi impianti di rigassificazione contribuiamo a migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Le importazioni europee di Gnl sono rimaste a livelli simili a quelli del 2022, nonostante un calo generale della domanda europea di gas nel 2023”, si legge ancora. Ma le notizie non sono solo buone. La crescita della domanda di gas, insieme alle tendenze correlate per petrolio e carbone, suggeriscono che gli obiettivi climatici delle Nazioni Unite sono ormai ben fuori portata. Attualmente viene emesso l’equivalente di 55 miliardi di tonnellate di Co2 all’anno, rispetto ai circa 35 miliardi di tonnellate del 2000. Come evidenziato dal Telegraph, per gli scienziati limitare l’aumento della temperatura a 2°C significa che le emissioni devono raggiungere il picco entro il 2025 per poi scendere fino al 50% entro il 2030. Ciò vuol dire ridurre le emissioni globali fino a 27 miliardi di tonnellate in soli sei anni.

Gli impegni di riduzione delle emissioni presentati finora alle Nazioni Unite ridurrebbero le emissioni solo del 4% entro il 2030. Ma non solo, i dati sul consumo di combustibili fossili rilasciati da Shell, IEA e altri organismi suggeriscono che la situazione è decisamente peggiore: le emissioni continueranno ad aumentare almeno fino al 2030 e probabilmente oltre. Secondo l’IEA, si prevede che la domanda globale di petrolio aumenterà di 1,4 milioni di barili al giorno fino a raggiungere il nuovo massimo storico di 104 milioni di barili al giorno entro la fine di quest’anno, con aumenti simili per il resto del decennio. Si prevede che la domanda di petrolio raggiungerà il picco intorno al 2030. Ancora una volta, la causa di tutto ciò è la crescita in Cina. Allo stesso modo, il consumo globale di carbone è salito al nuovo massimo storico di 8,3 miliardi di tonnellate nel 2022 ed è rimasto attorno a quel livello nel 2023.

Massimo Balsamo, 15 febbraio 2024

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