È un fiume in piena, Donald Trump. A poche ore dall’Inauguration Day, il neo presidente americano si collega con il Forum di Davos e scaglia bordate a destra e a sinistra, soprattutto contro l’Europa ancora fissata con il Green Deal che rinomina “green bluff”.
Per invertire la rotta, il piano del tycoon è chiaro. Primo: rendere gli Stati Uniti “la capitale dell’Intelligenza Artificiale e delle criptovalute”. Secondo: Trump intende tagliare le tasse e chiederà alle banche centrali di abbassare i tassi di interesse. Terzo: vuole attrarre investimenti, facendo sì che “l’America diventa un Paese basato sul merito” e non sulle scemenze inclusive. E quarto: chiederà alle aziende mondiali di produrre i loro beni direttamente in America. Chi deciderà di aprire impianti produttivi negli Usa potrebbe ottenere una corporate tax al 15%; chi non lo farà, dovrà far fronte ai dazi. “Faremo il più grande taglio delle tasse della storia degli Stati Uniti. Il mio messaggio per ogni business del mondo è chiaro: venite qui a produrre, e noi vi daremo tra le tasse più basse del mondo – ha spiegato – Ma se non venite a produrre in America, che è un vostro diritto, allora, molto semplicemente, dovrete pagare dazi doganali che porteranno centinaia di miliardi di dollari nelle nostre casse, rinforzando la nostra economia. Sotto la mia amministrazione, non ci sarà posto migliore sulla terra per creare lavoro e costruire fabbriche che qua, nei cari vecchi Usa”. Ed è qui che l’Ue storce la bocca: il rischio infatti è che a rimetterci siano le aziende europee. “L’Europa ci ha trattato molto male – ha ribadito Trump – farò qualcosa in merito al nostra deficit commerciale con l’Ue. Abbiamo alcune grosse lamentele con Bruxelles”. Lo stesso dicasi per la Cina: “il rapporto commerciale” con Pechino “è squilibrato e bisogna correggerlo” visto che gli Usa hanno “un enorme deficit”.
Al Vecchio Continente Trump ha dedicato un ampio passaggio del suo discorso. Ha bacchettato l’Ue per l’eccesso di burocrazia (“Quando avevo la mia carriera privata stavo facendo un progetto immobiliare in Irlanda e l’Irlanda mi ha dato l’approvazione in una settimana. Poi ci voleva l’accordo della Ue e mi anno detto che ci volevano cinque o sei anni”). E ha accusato Bruxelles di trattare “in modo sleale” l’America “con grandi tasse, molto sostanziali: Gli europei non prendono le nostre auto. Mettono dazi su cose che vogliamo fare: dazi non monetari, ma poi si aspettano di vendere le loro merci nel nostro Paese e hanno un attivo commerciale con noi di centinaia di miliardi di dollari”.
C’è poi il tema dell’energia. Durante il discorso all’Inauguration Day il presidente è stato chiaro: gli Usa diranno addio alla corsa al verde, torneranno a trivellare alla ricerca di petrolio e gas e smetteranno di puntare solo sulle auto elettriche. “L’industria green è un imbroglio – ripete a Davos – Lasceremo che la gente compri le auto che vuole”. E l’energia? Gli Usa trivelleranno, cercheranno gas e petrolio ed esporteranno Lng in Europa. “Costruiremo impianti grazie alla Dichiarazione di emergenza che posso proclamare io stesso – ha detto Trump – Raddoppieremo la produzione di energia. Perciò dico: cominciate a costruire immediatamente. Smettetela con il green, perché è il passato. Permetteremo di costruire fabbriche di generazione di elettricità. E quando ci saranno problemi o emergenze, ricorreremo al carbone. Nessuno può distruggere il carbone, ed è un ottimo back up e noi abbiamo più carbone di tutti e anche più oil and gas di tutti gli altri”.
Trump è convinto che se l’oro nero “costasse meno, la guerra in Ucraina finirebbe subito”. Per questo chiederà all’Opec e a Riad di abbassarne il prezzo. Dopo le “minacce” di ieri di imporre nuove sanzioni alla Russia, intanto, Trump oggi ha ribadito che gli “piacerebbe incontrare Putin presto”. “L’Ucraina è pronta a un accordo per la fine della guerra – ha spiegato – La guerra non sarebbe dovuta iniziare. Molte più persone sono morte di quanto viene detto”. Il presidente spera di trovare una sponda con Xi Jinping che “mi piace molto” e con cui “abbiamo un ottimo rapporto: “Spero la Cina ci aiuti a fermare la guerra tra Russia e Ucraina, visto che hanno molto potere su quello scenario. Ne ho parlato con Xi durante la nostra conversazione telefonica, e speriamo di poter lavorare insieme per fermarla”.