Il grido dei discendenti di Moro: “Hanno messo gli italiani ai domiciliari”

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Il malinteso secondo cui per tutelare il diritto alla salute si possa calpestare e fare a meno di un diritto altrettanto importante come quello alla libertà, sembra diventato un assioma per l’attuale esecutivo che a colpi di Dpcm, conferenze stampa, Consigli dei ministri notturni – il tutto passando il meno possibile dal Parlamento, come denunciato anche dal presidente emerito della Consulta, Sabino Cassese – da ormai un anno ha privato gli italiani di gran parte delle proprie libertà individuali sancite dalla Costituzione.

Se a ciò si aggiungono una serie di errori nella gestione dell’emergenza sanitaria, in particolare durante la seconda ondata dopo l’estate, e le scellerate politiche economiche, con un crollo del 10% del Pil (a fronte del meno 7,3% europeo), il disastro è servito.

Adesioni illustri

In una nazione in cui secondo Coldiretti i poveri sono raddoppiati, toccando il numero impressionante di 4 milioni, in cui per Confcommercio 390.000 imprese hanno chiuso, il malcontento generale verso il governo Conte è crescente, anche alla luce della totale assenza di progettualità per la gestione dei fondi del Recovery fund. Non è un caso che la raccolta firme lanciata da Giorgia Meloni per “rispedire al mittente l’attuale governo” stia raccogliendo centinaia di migliaia di adesioni (si parla di oltre 250.000 firme) e che numerose personalità abbiano deciso di sottoscrivere il suo appello.

Colpisce in particolare l’adesione di peso di Maria Fida Moro e Luca Moro, rispettivamente figlia e nipote dell’ex Presidente del Consiglio Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse. Ma ancor di più devono far riflettere le motivazioni con cui hanno giustificato la loro firma: “Un’intera generazione di studenti ha già perso oltre sette mesi di scuola e, se va tutto bene perderà un altro anno. L’economia del nostro Paese è stata azzerata, bonus o non bonus. La gente è terrorizzata a causa della mancanza di informazioni chiare e precise. Siamo tutti agli arresti domiciliari, ma non sappiamo fino a quando. È stato eroso il potere sovrano del Parlamento e cancellati, come se fosse normale, i diritti inviolabili dell’uomo. Primo fra tutti la libertà, che è il bene più prezioso di tutti”.

Dal rapimento al virus

Un richiamo all’importanza della libertà che non giunge da una persona qualsiasi ma da chi ha provato sulla pelle della propria famiglia cosa significhi venirne privati:

“Mio padre, Aldo Moro, è stato ucciso e come lui tanti altri servitori dello Stato in nome della libertà. Ci sono state innumerevoli terribili guerre per riavere e difendere la libertà. La normalità non è una gentile concessione del governo, è il nostro destino di uomini liberi, creati a immagine e somiglianza di Dio che ci ha fatto dono del libero arbitrio. Non siamo pedine inanimate su una scacchiera. Siamo persone! Il governo faccia al meglio il proprio lavoro, cosa che finora non ha saputo fare, invece di tiranneggiare sugli italiani”.  

Parole che fanno riflettere e si concludono con un monito a ognuno di noi, affinché smettiamo di girare la testa dall’altra parte rispetto allo stato perpetuo di limitazione delle nostre libertà, che non possiamo continuare a considerare come fosse la normalità: “Dove sono gli uomini di legge e coloro che hanno studiato diritto? Dove sono gli uomini di buona volontà? Dov’è la gente di buon senso? Dove sono gli uomini liberi?”.

Francesco Giubilei, 6 gennaio 2021

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