Il ritorno delle virostar

Il Pd “contagia” Crisanti: “In autunno studiare nuove restrizioni”

Il microbiologo annuncia la sua candidatura col Pd. E partono gli attacchi alla Lega ed a Salvini

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Continua il banchetto delle virostar. A pandemia ormai finita, con la stragrande maggioranza della popolazione vaccinata e il numero delle terapie intensive che continua a rimanere stabilizzato o diminuire, ecco che è il tempo delle candidature politiche. Su quella di Pier Luigi Lopalco, che milita in Articolo 1, il partito del ministro Roberto Speranza, aleggia il mistero: pare che il Pd lo stia silurando. Invece Andrea Crisanti ha ufficializzato la sua corsa con il Partito democratico di Enrico Letta. E già partono gli attacchi nei confronti degli avversari politici.

L’attacco

Lontani sono i mesi in cui Crisanti si schierava a fianco di Luca Zaia, nella gestione della pandemia veneta. In teoria, sarebbero vicini quelli in cui il microbiologo contestava praticamente tutto l’impianto delle politiche di Speranza: il Covid zero, le mascherine a singhiozzo, la venerazione dei vaccini. Ora, il nemico numero uno è Matteo Salvini. Ai microfoni di Radio Capital, infatti, il prof ha affermato che, con il leader del Carroccio al governo, “ci sarebbero state 300 mila vittime di Covid, al posto di 140 mila, e saremmo allineati con Putin”. Insomma, due fake news in una frase.

Da una parte, infatti, l’Italia è il Paese che ha avuto più morti di Covid, in relazione al numero di abitanti. Il governo giallorosso prima e di Draghi poi, numericamente parlando, hanno fatto peggio di Trump e Bolsonaro, a livello di decessi. Dall’altra parte, la Lega ha da sempre condannato l’invasione dell’Ucraina, tant’è che nella bozza di programma elettorale del centrodestra, si è chiaramente affermata l’appartenenza della coalizione all’alleanza atlantica. I dubbi risiedevano solo nel dibattito delle armi da inviare a Kiev, posizione che Salvini condivideva con Giuseppe Conte, alleato Pd fino al mese scorso.

La replica

Al di là degli attacchi di Andrea Crisanti, il leader della Lega ha risposto riprendendo le parole del virologo Palù, il quale ha sminuito il candidato dem “un esperto di zanzare”. E arrivano anche gli attacchi di Renzi e Calenda. Da una parte, l’ex Presidente del Consiglio lo ha definito come “l’unico virologo che ha avuto dubbi sul vaccino”, mentre il leader di Azione ricorda come non si debba “strumentalizzare la pandemia”.

Ma, in soccorso della virostar, arriva il solito Enrico Letta: “La gragnuola di reazioni alla candidatura Crisanti chiarisce che a destra prevale la cultura no vax. Ha ragione: se avessero governato Salvini e Meloni nel 2020 quante migliaia di decessi in più avremmo avuto? Ce li ricordiamo gli aprire, aprire, aprire”. Sarebbe da segnalare al segretario dem, che anche il presidente della regione Lazio, Zingaretti, girava le strade italiane a forza di aperitivi, o di ristoranti cinesi per sensibilizzare con la popolazione cinese, ritenuta discriminata, in quanto “untrice”, così come fatto anche dai sindaci di Bergamo e di Cremona, targati Pd.

Il meglio – anzi, il peggio – Crisanti però lo ha dato quando, dimentico delle recenti divergenze con il ministro delle chiusure, ha sottolineato che se in autunno o in inverno “dovesse arrivare una variante del Covid aggressiva e che colpisce i vaccinati, bisognerebbe aggiornare i vaccini e nel frattempo studiare nuove misure o restrizioni”. Nuovi lockdown? Lo scienziato assicura che sono da escludere: i provvedimenti dovrebbero essere “socialmente accettabili”. Ci fidiamo?

Matteo Milanesi, 18 agosto 2022

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