Cronaca

Il poliziotto smentisce la sinistra: “Perché è giusto limitare le sim ai migranti”

Nel dl Sicurezza la stretta sulla vendita di carte telefoniche. Un agente spiega i motivi operativi dietro questa scelta

© Anton Fratila's Images, Imágenes de Samuel Perales Carrasco e Wipada Wipawin tramite Canva.com

Pubblichiamo la spiegazione di Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato, in merito alle norme nel dl Sicurezza che inaspriscono le conseguenze per chi vende schede telefoniche violando gli obblighi di identificazione, l’obbligo di acquisire copia del permesso di soggiorno se l’acquirente è extra UE, e copia della denuncia se chi compra ha perso il documento o gli è stato rubato.

Chi domanda in maniera provocatoria se una Sim può essere un problema di sicurezza, volendo intendere di no, come abbiamo sentito e letto in questi giorni, dimostra tutta la propria incompetenza in materia di sicurezza, appunto. La norma contenuta nel Ddl Sicurezza che prevede una ‘stretta’ alla vendita di SIM telefoniche è di grande importanza in verità e, come molte altre previsioni del provvedimento in discussione, rappresenta un valido strumento a sostegno degli operatori in divisa che in ambito investigativo si misurano con notevoli difficoltà proprio a causa delle schede telefoniche acquistate con false identità, attribuite formalmente a persone diverse da quelle che le utilizzano, e soprattutto in uso a soggetti che non sono formalmente rintracciabili sul territorio.

Chi grida alla cattiveria contro gli immigrati irregolari fa solo propaganda. L’attività di polizia giudiziaria deve essere salvaguardata e sostenuta in ogni modo, perché la lotta alla criminalità organizzata o al terrorismo, piuttosto che ai narcotrafficanti o anche e soprattutto ai cosiddetti trafficanti di esseri umani, non è un argomento da dare in pasto alla diatriba politica. Il fenomeno di chi acquista stock di SIM intestandole magari a una sola persona per poi distribuirle ‘senza controllo’ è particolarmente importante, ma quantomeno consente di chiedere conto all’intestatario originario per fare le indagini.

Molto più seri sono i problemi quando l’intestatario di una scheda magari non risulta neppure mai entrato in Italia perché non è ‘censito’, o non esiste alcun riferimento possibile per rintracciarlo ove necessario, perché ciò porta le investigazioni in un vicolo cieco. Del resto, per l’acquisto di una SIM è richiesto ad ogni cittadino di fornire documenti da cui risultino tutti i dati utili per identificarli e rintracciarli, non si comprende perché alcune persone debbano esserne esentate. ‘Ancorare’ l’acquisto di una nuova SIM a un permesso di soggiorno ha senso eccome. Certo, se si vuole badare alla sostanza invece che agli spot.

Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato

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