Commenti all'articolo Il ponte di Genova: una storiaccia italiana

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Gianuario Assanti
Gianuario Assanti
30 Giugno 2020, 21:35 21:35

Non è più ponte Morandi dategli un altro nome

stefano
stefano
30 Giugno 2020, 18:11 18:11

Lo STATO, mette in mano (e non certo gratis) il bene tra o forse il più importante nelle mani di una società privata.
Le stade tutte dove tutti i giorni milioni di italiano viaggiano,a piedi,in moto ,in auto,coi mezzi pesanti.

Ma ,si GUARDA BENE,dal verificare il modo in cui questa società provata rispetta i termini contrattuali e mantiene in PIENA SICUREZZA il bene affidato in gestione.

Ora ,il rapporto superficie paese / schifo che lo caratterizza non credo possa avere rivali.

Difficile fare peggio.

VITTORIO
VITTORIO
30 Giugno 2020, 15:16 15:16

Quanto ha ragione, pensi che io lo visto costruire il morandi e allora ventenne, lo fotografavo, mi stupiva latecnica di costruzione e non mi interessavo di politica. Passato alcuni anni ho scoperto tutto il marcio che sta dietro a qualsiasi lavoro specialmente pubblico. Vi chiedo di pubblicare tutto il marcio che vedete e speriamo che i cittadini aprono gli occhi. Io da vecchio comunista rimpiango la vecchia DC.

Erika
Erika
30 Giugno 2020, 14:28 14:28

Giudico questo articolo uno sproloquio sul nulla. Un sacco di parole che non approfondiscono nulla, non chiariscono perchè si ci è trovati a questo punto, parole messe insieme solo per accusare di tutto la forza politica che ha meno colpe di tutte, solo per il fatto che prende decisioni da appena 2 anni e mai da sola. SCOMODO AVERE A CHE FARE CON GENTE NORMALE

carlo
carlo
30 Giugno 2020, 7:34 7:34

Quando Calderoli bruciò simbolicamente un muro di leggi abrogate, fece un gesto che colse pienamente il problema e la soluzione riguardo alla burocrazia.
“La regola è semplice, semplifica qualcosa e vedrai un burocrate perdere potere.” Purtroppo però non funziona così. Si fa presto a dire “semplificare”. Ma semplificare significa ridurre i controlli, perché la burocrazia è essenzialmente questo: controlli e tracciabilità per poter controllare. Ridurre i controlli, magari inutili? Certo, tutti d’accordo. Ma quando poi si arriva al dunque, e cioè a cosa dobbiamo rinunciare, nessuno vuol mai rinunciare a niente. Rinunciamo alla 81/2008? Rinunciamo alla 196/2003? al Codice degli appalti? Chiaramente no, però siamo d’accordo nel semplificarli, ma come? Rinunciamo al PSC, al DUVRI? Il burocrate è veramente il minore dei problemi. Io sono un burocrate: io sarei ben contento di non metterci mesi per star dietro ad una farragginosa procedura di appalto per un lavoro da 60.000 €. Ma vogliamo lasciare alle stazioni appaltanti una maggior facoltà di decidere autonomamente, alla vecchia maniera? No, in realtà no. La battaglia contro la burocrazia è una battaglia persa, in cui la velocità prodotta dai nuovi mezzi (per esempio le PEC), non fa che aumentarla ulteriormente. Non la vinceremo noi. Sarà qualcun’altro.

Tullio Pascoli
Tullio Pascoli
29 Giugno 2020, 23:44 23:44

Ma se una buona parte degli Italiani ha ascolto ed ha dato l’immeritato credito ad un comico Grillo strillante, il quale, per la sua stessa natura, non avrebbe mai dovuto essere prese a serio, ora, c’è da aspettarsi qualcosa di migliore??

I nodi, evidentemente, continuano ad arrivare al pettine; per cui, c’è da augurarsi che qualcosa quegli elettori di ieri abbiano pur appreso e che alle prossime elezioni, si guardino bene dal rinnovare quell’ingenua quanto deleteria fiducia…

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