In Italia c’è il 78% dei vaccinati nonostante Draghi&co

Chi non si vaccina sbaglia, anche se ha delle ragioni indotte dalla pessima gestione del governo

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Uno dei grossi problemi nella comunicazione dei dati dalla scienza raccolti, studiati e valutati è la scadente preparazione scientifica del destinatario della comunicazione. V’è grande confusione nell’uso della parole “scienza” o della parola “scienziati” e, in Italia, il primo ad avere confusione in  proposito è il primo cittadino del Paese, Sergio Mattarella. E, a seguire, Mario Draghi, Roberto Speranza, e via così con quasi tutti i nostri responsabili politici.

Per lo più la parola “scienza” è usata per dire “gli scienziati”. Oppure, peggio, per qualificare la voce di un qualche illustrissimo scienziato o della maggioranza degli scienziati. Invece, la parola “scienza”, tutte le volte che le si voglia attribuire un qualche valore positivo e rispettabile, dovrebbe avere un solo significato, e cioè il significato di “metodo scientifico”, che è il più potente strumento a nostra disposizione per acquisire conoscenza (ma non è il solo). È un metodo che segue un protocollo ben preciso, evidentemente non compreso dalle persone citate all’inizio.

Quando dice che «le vaccinazioni sono state un referendum, vinto 9-a-1 sulla scienza» o che, come in altra occasione ha detto, bisogna «fidarsi della scienza», Sergio Mattarella non comprende il significato della parola, come non lo comprende nessuno di quelli che lo hanno applaudito come si applaude alla sontuosità del vestito del principe nudo. Perché se il valore della scienza è nel valore del suo metodo, quanto mai inappropriate sono le parole “referendum” e “fidarsi”.

Certamente inappropriata è la parola “fidarsi”, perché il metodo scientifico consiste, tra le altre cose, proprio nel non fidarsi: il metodo scientifico rifiuta ogni atto di fiducia. E men che meno di fede. Né mai il metodo scientifico prevede di sottoporre qualunque affermazione a referendum.

In verità Sergio Mattarella non è nuovo nel manifestare questa sua grave lacuna di cultura scientifica. Già ebbe a dire – e lo disse in uno dei più importanti discorsi che attengono al Presidente, cioè gli auguri di buon anno – che il riscaldamento globale antropico è il più grande problema dell’umanità. Senonché, Mattarella ha compiuto studi giuridici e, presumibilmente, non è qualificato per avanzare affermazioni di geologia. Quella affermazione può essere stata indotta solo in seguito alla fiducia che egli ha deciso di porre alle affermazioni di qualche geologo di cui egli, appunto, si fida. Ma abbiamo appena detto che non è sulla fiducia che si può fondare un’affermazione che vorrebbe avere valore scientifico. Tanto più che Mattarella ha rifiutato di ricevere il prof. Uberto Crescenti, già Magnifico Rettore di università e professore di Geologia, che gli aveva chiesto di essere ricevuto per poter meglio chiarire al Presidente che l’affermazione di questi in tema di clima era quanto meno azzardata. E tanto più che, invece, il presidente non disdegna di ricevere Greta Thunberg.

Ma torniamo alla pandemia. Qui siamo tutti consapevoli che vi sono ottime ragioni per sostenere che vaccinandoci saremmo più protetti. Su questo non sembrano esserci dubbi, perché ce lo dicono i fatti. I rapporti vaccinati/non-vaccinati:

a. nella popolazione totale,

b. nella popolazione dei deceduti per covid

c. nella popolazione dei ricoverati in terapia intensiva ci dicono che vaccinarsi è più sicuro che non vaccinarsi.

Ecco: la parola-chiave nella scienza è la parola FATTI. Non l‘autorevolezza (men che meno l’autorità) di alcuni, e neanche il loro numero, ma i fatti.

Senonché, v’è un mucchio di fatti che giustifica le scelte di coloro che non vogliono vaccinarsi e che meritano il massimo rispetto e non certo essere cannoneggiati, inermi, con acqua gelata. Il primo dei quali fatti è appunto questo appena citato del cannoneggiamento: una prepotenza vigliacca che non è certo il migliore viatico per convincere qualcuno a far qualcosa, foss’anche la più ragionevole. Anzi, ogni ragionevolezza indurrebbe tutti a fare il contrario di quel che gli ultimi due governi, quello di Conte e questo Di Draghi, uno più pasticcione dell’altro, suggerisce di fare. Cito solo due esempi.

1. La gestione italiana dell’intera pandemia è stata un disastro. Il grafico seguente lo prova in modo inequivocabile.

Figura 1. Decessi per Covid per milione d’abitanti: l’Italia è stata la peggiore del mondo.

La performance dell’Italia è stata pessima. La performance della Sud Corea è stata impeccabile, circostanza di cui ce n’eravamo accorti perfino noi fin dal 18 marzo 2020 qui e in successivi articoli. Il lockdown dell’Italia non ha salvato alcuna vita umana, come dimostra il confronto con la performance della Svezia, che non ha adottato alcun lockdown circostanza di cui ce n’eravamo accorti perfino noi fin dal 28 aprile 2020.

2. Il greenpass è stato, a dir poco, inutile. Voleva essere lo strumento per “convincere” i renitenti al vaccino (e già la misura, di suo, è da Repubblica delle Banane). Ma è stato un flop come dimostrano i fatti dei due grafici seguenti.

             

Figura 2. Percentuale di vaccinati al 31 agosto 2021 e al 26 novembre 2021.

Ove si vede che negli ultimi 100 giorni la percentuale di vaccinati in Italia è aumentata di qualche unità di punti percentuali, tanto quanto nel resto della Unione Europea e molto meno che in altri Paesi (in Sud +30%) o nel mondo (+21%), senza che nessuno avesse il barbarico green pass italiano. La capacità di vaccinazione in Italia sarebbe di 400.000 vaccini al giorno, ma negli ultimi 100 giorni, cioè da quando c’è stata, prima, la minaccia del green pass e, poi (15 ottobre), l’implementazione severa e restrittiva, vi sono stati appena 40.000 vaccinati al giorno, cioè dieci volte di meno dell’offerta. E a oggi non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo dell’80% dei vaccinati che doveva essere raggiunto al 30 settembre.

Una pecca, molto seria, del green pass, l’avevamo segnalata perfino noi, fin dallo scorso agosto, ove concludevamo che «il green pass di Mario Draghi farà infettare gli ultimi sani rimasti». Recentemente, da Corrado Formigli a Piazza Pulita del 26 novembre, il prof. Luca Richeldi, ribattendo a Gianluigi Paragone, difendeva il super green pass adducendo che «esso protegge proprio i non vaccinati perché evita la loro commistione con persone che, ancorché vaccinate, potrebbero essere infette». Quel che ora in novembre afferma il professore conferma ciò di cui sospettavamo noi in agosto: il green pass di Mario Draghi ha fatto infettare un sacco di gente. Senonché non mi sembra di aver ascoltato o letto alcuna critica, a Mario Draghi e al suo governo d’incapaci, da parte dei media, siano essi carta stampata, radio o televisione. Il super green pass ha un difetto in meno del green pass, ma ne ha alcuni di più, ma ne parliamo un’altra volta.

Per il momento possiamo concludere che se in Italia abbiamo, a oggi, il 78% dei vaccinati, percentuale superiore alla media della Ue, ciò è accaduto nonostante Speranza, Conte, Draghi, Mattarella, il Papa; nonostante i Tg di Rai1, Rai2, Rai3, Rete4, Canale5, Italia1 e La7; e nonostante Corsera, Stampa, Repubblica, Giornale, Libero. Etc.

Franco Battaglia, 28 novembre 2021

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