Cronaca

Il dibattito

Indi Gregory deve morire? Tre motivi per cui Nicola Porro sbaglia

La bambina è affetta da una grave malattia. Per i giudici la ventilazione va sospesa oggi alle 15 italiane. È giusto?

indie gregory

Il caso della piccola Indi Gregory affetta da una grave malformazione non si è ancora chiuso come era prevedibile con l’interruzione della ventilazione assistita perché c’è stato un intervento del governo italiano che ha concesso alla piccola la cittadinanza italiana e perché un ospedale italiano si è dimostrato disponibile a curare la piccola.

Nicola Porro vede nell’operato del governo della pura retorica e considera alla stregua di accanimento terapeutico quello che sta succedendo alla piccola. La soluzione migliore sembrerebbe quella decisa dai giudici: si stacchi la spina e punto. Non sono d’accordo. Mi soffermo solo sulle questioni etiche, sebbene ora il caso sia anche giuridico. Al riguardo solo una rapida considerazione in fondo.

  1. Continuare a farla vivere significa accanirsi sulla piccola.
    Se fosse accanimento terapeutico mi chiedo come sia possibile che un ospedale italiano si sia dichiarato disponile ad accogliere la bambina. Per costringerla a vivere a tutti i costi? Per accanirsi sulla piccola? Non credo che Il Bambin Gesù di Roma voglia una cosa del genere. Si fa presto a parlare di accanimento… Al Gaslini di Genova qualche tempo fa si presentò un caso certo diverso ma che sembrava altrettanto disperato. Ora però la bambina sta meglio.
  2. I genitori sono degli egoisti.
    Quella bambina è stata messa al mondo dai suoi genitori. Sono loro che si devono anzitutto prendere cura della loro figlia. E non vogliono che muoia. Dicono sia egoismo, ma non potrebbe essere amore per quel piccolo essere, desiderio di proteggerlo? E non conta nulla quello che sentono i suoi genitori? Non conta nulla la loro sofferenza? Non conta nulla veder morire la loro piccola bambina sofferente soffocata?
  3. Il ruolo del medico.
    Stacca solo la spina? Ma in questo caso procurerebbe enorme sofferenza alla piccola paziente che morirà per soffocamento. Questo sarebbe del tutto contrario alla sua etica professionale. Ma allora la dovrà sedare profondamente prima e quindi, in pratica, pur senza dirlo, la uccide prima ancora di staccare la spina…

Come si vede il caso è più complesso di quanto si possa pensare a prima vista. Non basta staccare l’interruttore. Io qualche dubbio ce l’avrei a staccare quel respiratore. E in dubio pro vita.

Infine, c’è anche modo e modo per accompagnare alla morte. Esiste la medicina palliativa. In Gran Bretagna conoscono solo
staccare la spina? Da noi per fortuna sinora ci sono altre leggi e ha fatto bene il governo ad agire come ha agito, venendo incontro alle richieste dei genitori.

Paolo Becchi, 9 novembre 2023

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