Ipocrisia Cortez: “Tassiamo i ricchi”. E va al gala da 35mila dollari

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Tax the rich”. Tassiamo i ricchi. Si è presentata al Met Gala di New York con questa scritta color rosso sangue sul suo abito bianco griffato Alexandria Ocasio-Cortez, la bella deputata democratica che sta portando alla ribalta l’ala più estrema della sinistra a stelle e strisce. D’altra parte, se è diventata così popolare, è anche per questo genere di trovate pubblicitarie che hanno contribuito a renderla in breve tempo l’icona delle minoranze e di tutti coloro che evidentemente non credono in quei grandi ideali su cui quel paese è stato fondato. E, anzi vorrebbero renderlo molto più simile al vecchio continente.

Cos’ha detto

“Non possiamo semplicemente stare al gioco – ha spiegato in un’intervista a Vogue – ma dobbiamo rompere il quarto muro e sfidare alcune istituzioni. Anche se il Met è noto per il suo spettacolo, dovremmo introdurre anche questo argomento”. E poi, immancabile il riferimento alle classi sociali, da buona compagna marxista. “Penso che sia incredibilmente importante, perché quando parliamo di sostenere le famiglie che lavorano e quando parliamo di avere un sistema fiscale equo, spesso queste conversazioni avvengono tra i lavoratori e la classe media”, ha puntualizzato. Ritengo che sia giunto il momento di coinvolgere tutte le classi nel dibattito per avere un paese giusto”.

Biglietto amaro

Che dire, la AOC non ci racconta nulla di nuovo, sono tematiche che in Europa conosciamo bene, soprattutto qui in Italia. Persone ricche e potenti che si spacciano per difensori dei più deboli, per poter conservare meglio i loro privilegi. I classici paraculo, ormai si fa così anche nel business. Potremmo star qui anche noi a ripetere le cose che si dicono in questi casi: che il biglietto esclusivo per quell’evento mondano costava 35mila dollari, che il suo abito sicuramente nei sobborghi del Bronx non se lo possono permettere ecc ecc. Insomma, che si fa presto a fare i comunisti con le chiappe degli altri. Ma non ci vogliamo concentrare su questo. Tanto l’ipocrisia di una certa sinistra ormai è ampiamente sdoganata. Andrei oltre e riprenderei proprio un concetto della AOC: “The medium is the message”. Il mezzo è il messaggio.

Siccome sono abituato a prendere il bello delle persone, penso che la cosa migliore da fare in casi come questo sia godersi il mezzo e cestinare il messaggio. Anche perché noi, purtroppo, siamo abituati male. I comunisti di casa nostra difficilmente sono giovani e di bella presenza, almeno fra i volti noti. Sono sempre incazzati, mettono in piedi anche iniziative molto tristi come affiggere manifesti con gli yacht e la scritta “Anche i ricchi piangano” o cose di questo genere. Almeno la AOC se lo scrive addosso e ci abbina una bel visino sorridente alla Pocahontas. Se proprio bisogna sparare cazzate, almeno lo si faccia in modo gradevole. Vi dirò di più, se mi avesse pagato il biglietto, l’avrei anche accompagnata. Poi, certo, se pubblicizzasse massime più corrette tipo “No taxation without representation” da cui nacque il suo paese o, chessò, qualche bella citazione di Thomas Jefferson saremmo più felici. Ma non si può avere tutto.

Magari un giorno avremo anche noi le nostre eroine liberali e libertarie nostrane da sfoggiare agli eventi di gala. Anzi, anche eroi uomini. Non siamo mica sessisti come Benigni e Calenda qui.

Nicolò Petrali, 14 settembre 2021

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