La commedia europea avrà un pessimo finale

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Ci vuole l’immaginazione di Isaac Asimov per prevedere un successo di Conte al Summit del Consiglio Europeo. Il primo ministro si presenta alla Mise en Scene europea dove non c’è accordo su quasi nulla, rappresentando nella peggior maniera una grande paese – stremato per colpa dell’esecutivo nel non saper fronteggiare le ricadute economiche negative dell’evento Covid19 – senza potere contrattuale, privo di idee, volontà egemone e dignità. E come sempre con il cappello in mano. C’è un periodo nel saggio di Musil Sulla Stupidità che si adatta perfettamente a chi ci rappresenta e al come: “Non può che essere stupido vantarsi di essere intelligenti ma non è sempre intelligente farsi la fama di stupidi e la stupidità è innegabilmente un segno di debolezza”.

Poiché è molto probabile che la commedia dell’arte avrà un finale pessimo per noi – o solo rimandato – razionalmente non si può che intravederne l’unico lato positivo che non è economico ma politico.  Anche solo il blocco negoziale e le soluzioni proposte, che si modificano di ora in ora e che permetteranno agli stati frugali di uscirne vincitori, sono una ulteriore pesante sconfitta per Conte: quel che verrà fuori da questo summit indebolisce politicamente la innaturale coalizione a comune denominatore “madurista -progressista”, a favore delle forze politiche numericamente maggioritarie fuori dal Parlamento ma all’opposizione. Queste tuttavia o si svegliano o scompaiono, polverizzando banalmente il capitale di consensi raccolto sino ad ora.

Prendendo in prestito il pensiero del Prof. Marco Gervasoni, per sopravvivere dovranno forzatamente trasformarsi in vere forze conservatrici liberali ed egemoni sul lungo periodo, posto che il concetto di sovranismo è ben altra cosa e tralascia aspetti culturali più profondi e strutturati propri del Conservatorismo. Il presidente Conte si è intestato una iniziativa fallimentare – e nuovamente ne scrivo per fatti concludenti – che può scaraventare in un dirupo il suo governo il che sarebbe auspicabile. Purtroppo per noi Conte si muove come ha sempre fatto sino ad ora: se affronta l’aula  rischia di andar sotto e con una maggioranza  sfilacciata come quella che si ritrova potrebbe essere il vero inizio della fine dell’esecutivo. Il punto è che così facendo nel dirupo trasporta anche il paese. Di insuccesso in insuccesso la destinazione è quella.

I tre gruppi dei 27 – frugali, mediterranei, Polonia e  Ungheria – non si accordano su nulla e lo dicono. Olanda, Danimarca, Svezia e Austria vogliono un budget comunitario in caduta libera ma quel che è peggio esigono l’accettazione – tra gli altri – di due punti: una riduzione di 50 miliardi di euro da sussidi a a prestiti – l’effetto netto è di 450 miliardi in sussidi invece che 500 e 250 prestiti al posto di 200 – e soprattutto un diritto di veto con la introduzione della regola della condizionalità discrezionale di ogni membro. In pratica se nel corso della erogazione dei fondi uno dei membri non è d’accordo su come un paese percettore mette in pratica le riforme richieste “alza la mano” e si ricorre all’Euco che eventualmente ne sospenderà l’erogazione.

L’Europa si evolve: dalla Troika che controlla al singolo paese delatore che esige di controllare. Il Super Stato socialista che mette sotto costante pressione ed esame l’Italia – perché è dell’Italia che si tratta essendo il più debole. Ed è  la prevista e temuta naturale conseguenza del Quadro Finanziario Pluriennale della Unione europea e della osservanza dello “Stato di Diritto e Valori” illustrati la scorsa settimana da Michel.

Tralascio i rebates (sconti sui contributi europei) riservati ai frugali e Germania e il cui termine, atteso quest’anno, pretendono sia allungato, i tempi di applicazione, di come verranno ripagati i debiti. Semplicemente perché per quanto a soluzioni non ne hanno idea nemmeno a Bruxelles. Immaginatevi in che guaio ci ha portato Conte. L’Italia ha bisogno solo in parte del supporto europeo : è la Bce – che è teoricamente indipendente – l’attore principale e il paese può benissimo e immediatamente finanziarsi autonomamente a costi di servizio del debito irrisori grazie ai 1350 Mld di euro del Pandemic Emergency Purchase Program (Pepp) della Bce che aumenteranno probabilmente a 1500: gli acquisti proseguiranno per un anno o sino a quando sarà necessario; liberata dalla regola del “capital Key” – la Banca Centrale può comperare illimitatamente i titoli di debito emessi dall’Italia restituendone al tesoro Italiano gli interessi ricevuti. L’effetto della temporanea sospensione del patto di stabilità completa il quadro

Non va scordato che il supporto arriva da un ampliamento del bilancio dell’Unione alla quale il nostro paese dovrà contribuire ampiamente in quanto terzo contributore dell’Unione. Inutile chiedersi perché uno stato nazionale debba dare a un “Super Stato” dei soldi per riceverne indietro una quantità “x” – forse 20 miliardi in forma di prestito e sovvenzioni. Questa è l’Europa. I punti in discussione e su cui non v’è accordo sono troppi per poter essere risolti completamente in questi giorni. Citando il primo ministro Polacco è molto probabile che vi sia un ulteriore round a fine luglio. Con Conte e l’Europa è tutto temporaneo.

Fabrizio Jorio Fili, 19 luglio 2020

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