La frase raggelante sull’Ucraina: “Putin non si fermerà…”

La fredda analisi di Andrea Margelletti ad Agorà: “Finirà come a Katyn'”

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In merito alla sempre più devastante guerra in Ucraina, lunedì abbiamo assistito ad un interessante e istruttivo scambio di opinioni nel salotto televisivo di Agorà, condotto su Rai 3 da Luisella Costamagna. Dato che in questi giorni, soprattutto nei canali del servizio pubblico, sembra crescere la pia illusione di una rapida soluzione diplomatica, la quale sia almeno in grado di ottenere una tregua nei combattimenti, la giornalista ha posto all’esperto Andrea Margelletti, da molti anni consigliere del ministero della Difesa, la domanda delle cento pistole: “C’è ancora spazio per una soluzione diplomatica?”. La risposta di Margelletti, per l’efficace effetto raggelante che ha avuto in studio, merita di essere riportata integralmente.

“Dobbiamo dire la verità agli ucraini”

“No – ha esordito recisamente il presidente del Centro Studi Internazionale -. Noi possiamo non voler morire per Kiev, e questo può essere un fatto comprensibile e accettabile. Ma gli dobbiamo almeno la verità a questa gente, a questo popolo noi la verità gliela dobbiamo. Noi stiamo vedendo una operazione che andrà a punire un popolo. Quello che succederà nelle città poi sarà quello che sappiamo è già successo in passato, perché è il modus operandi delle forze armate russe: entrano nelle città, quello che resta. Prendono le persone che rappresentano la continuità con il governo ucraino. Poi, come fecero a Katyn’ nella Seconda guerra mondiale, le portano nei boschi e le ammazzano. Di questo dobbiamo parlare. Dopodiché parliamo anche di una soluzione diplomatica, che è una cosa bellissima. Ne parliamo da giorni. Ma essa è anche il segno della nostra disperazione”.

Putin non si fermerà all’Ucraina

Margeletti ha poi aggiunto: “Noi stiamo cercando di avviare un dialogo diplomatico con un signore che ha marcatamente mentito a tutti i leader occidentali per anni, sperando che lui di colpo si comporti in modo diverso da quello che è. Benissimo. Ma è giusto naturalmente cercare una soluzione diplomatica. Tuttavia, noi esperti lo diciamo da tempo: non si fermerà all’Ucraina. Ora la domanda è: di fronte a uno che dice a Svezia e Finlandia, due Paesi democratici dell’Occidente, ‘non potete entrare nella Nato, pena terribili conseguenze’, facendo sorvolare la Svezia dai suoi aerei da combattimento, con chi stiamo parlando? Stiamo parlando con una persona che vuole un dialogo, che vuole una soluzione, o stiamo parlando con una persona che ha un progetto molto ampio?”

Questa impietosa ma assai realistica sintesi ha raccolto la sostanziale adesione di Carmen Lasorella, la quale ha aggiunto che l’Occidente si trova spiazzato di fronte ad una visione che sembra quasi completamente ribaltare i nostri valori di riferimento.

Di altro avviso Riccardo Barenghi, detto Jena, ex direttore del Manifesto ed esponente di un ben noto pacifismo unilaterale. In estrema sintesi, egli ha sostenuto l’esigenza di aumentare la pressione diplomatica attraverso una sorta di consorzio che dovrebbe raccogliere un gran numero di capi di Stato europei, in modo tale da mettere Putin con le spalle al muro. Ma ha poi aggiunto che sarebbe controproducente continuare a rifornire di armi l’Ucraina, innescando a suo dire una spirale di violenza senza fine.

Insomma, di fronte all’agghiacciante prospettiva tratteggiata da Margelletti, magari con qualche esagerazione, ancora una volta riemerge dai meandri più profondi della cultura di sinistra quella magnifica utopia di un pacifismo delle chiacchiere e dei distintivi da contrapporre a qualunque aggressione militare.

Purtroppo, per come si stanno mettendo le cose, a meno di una improbabile, ma non impossibile soluzione tutta interna all’establishment russa, questa volta l’Occidente dovrà inventarsi qualcosa di più concreto onde bloccare la drammatica escalation in atto.

Claudio Romiti 8 marzo 2022

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