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La Quaresima del Papa: “Stanotte verrà ripresa la ventilazione meccanica”

Bergoglio stazionario, prognosi ancora riservata. L’omelia per il Mercoledì delle Ceneri: “Questa condizione di fragilità ci richiama il dramma della morte”

papa francesco (1) © photoneye tramite Canva.com

La Quaresima di Papa Francesco. Il Pontefice è ricoverato da 20 giorni ormai all’ospedale Policlinico Gemelli di Roma. E le sue condizioni, per quanto stabili, continuano ad essere critiche. “Il Santo Padre anche oggi è rimasto stazionario senza presentare episodi di insufficienza respiratoria”, si legge nel bollettino medico. “Come programmato, durante il giorno, ha effettuato l’ossigenoterapia ad alti flussi e nella notte verrà ripresa la ventilazione meccanica non invasiva”. Inoltre, Bergoglio ha “incrementato la fisioterapia respiratoria e quella motoria attiva” e ha “trascorso la giornata in poltrona”.

Le condizioni sono dunque immutate, rispetto a ieri. Di positivo c’è che non ha subito altre crisi come i due broncospasmi di qualche giorno fa. Nei fatti il Papa non è mai stato intubato, ma di giorno viene sottoposto all’ossigenoterapia tramite i naselli mentre la notte la terapia si alza di livello alla ventilazione meccanica con una mascherina che copre naso e bocca. Tutto “programmato” e nulla di imprevisto, ma le condizioni restano “complesse” e, come facevano notare fonti vaticane, il Pontefice “non è fuori pericolo”. In fondo resta un paziente di 88 anni, con un pezzo di polmone in meno, che sta affrontando una polmonite bilaterale da infezione polimicrobica che si è aggiunta alla bronchite cronica che sopporta da un paio di anni.

Questa mattina, Francesco ha partecipato al rito della benedizione delle Sacre Ceneri che gli sono state imposte dal celebrante, quindi ha ricevuto l’Eucarestia. Successivamente si è dedicato ad alcune attività lavorative. Sempre nel corso della mattina ha chiamato padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza. Nel pomeriggio invece ha alternato il riposo al lavoro.

L’Omelia per il mercoledì delle ceneri

Il Pontefice non ha fatto comunque mancare la sua omelia per il mercoledì delle Ceneri, omelia letta dal cardinale Angelo De Donatis nel corso della funzione alla Basilica di Santa Sabina. Le ceneri, ha scritto il Papa, richiamano la “fragilità nell’esperienza della malattia, nella povertà, nella sofferenza che a volte piomba improvvisa su di noi e sulle nostre famiglie”. “Questa condizione di fragilità ci richiama il dramma della morte, che nelle nostre società dell’apparenza proviamo a esorcizzare in molti modi e a emarginare perfino dai nostri linguaggi, ma che si impone come una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, segno della precarietà e fugacità della nostra vita”, ha aggiunto. Questa giornata aiuta dunque i fedeli “a fare memoria della fragilità e della pochezza della nostra vita: siamo polvere, dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo”, perché “nonostante le maschere che indossiamo e gli artifizi spesso creati ad arte per distrarci, le ceneri ci ricordano chi siamo. Questo ci fa bene. Ci ridimensiona, spunta le asprezze dei nostri narcisismi, ci riporta alla realtà, ci rende più umili e disponibili gli uni verso gli altri: nessuno di noi è Dio, siamo tutti in cammino”.

L’omelia di Bergoglio sembra avere molti riferimenti alla sua condizione personale, segnata da questa “esperienza della fragilità”, una situazione che “sperimentiamo nelle nostre stanchezze, nelle debolezze con cui dobbiamo fare i conti, nelle paure che ci abitano, nei fallimenti che ci bruciano dentro, nella caducità dei nostri sogni, nel constatare come siano effimere le cose che possediamo”.