La strano caso dei destri che per vergogna diventano sinistri

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Da tempo sono interessato a scoprire come hanno vissuto i loro ultimi anni di vita personaggi della cultura che si trovavano in quella baraggia del mondo ove il termine “libertà” come minimo era scritto in corsivo e abbisognava delle “virgolette”. Leggendo la storia a modo mio, constato che è dal 1789 che al “potere” si succedono sempre, e solo, due tipologie di personaggi, i “sinistri illiberali e i destri illiberali”. Sono passati 230 anni ma siamo sempre lì: il “corsivo” continua a dominare il “tondo”.

Perché ho scelto il visconte François-René de Chateaubriand? Per una frase scritta, a fine vita, nelle sue Memorie d’oltretomba: “Nella società democratica (leggi quella dei “sinistri illiberali”) basta che voi sproloquiate sulla libertà, sulla marcia verso il futuro del genere umano, sull’avvenire delle cose, aggiungendo ai vostri discorsi qualche croce d’onore, e sarete sicuri di un bel posto in società. Nella società aristocratica (leggi quella dei “destri illiberali”) basta che giochiate a whist, che spacciate con aria greve e profonda luoghi comuni e frasi finto eleganti, e la configurazione del vostro genio in società sarà assicurata”. Incredibile! Una frase ottocentesca che configura quello che chiamo Ceo capitalism in purezza!

Il Visconte ebbe una vita curiosa, per certi versi molto moderna. Nato “destro”, nel 1789 si innamorò, come tutti i giovani, dei “sinistri” giacobini, poi, appena capì che erano dei birbanti (se non la pensavi come loro, semplicemente ti ghigliottinavano) fuggì. Gran parte della sua famiglia e dei suoi amici e precettori persero la testa, solo perché “destri”. Infine i “sinistri” si accopparono fra di loro, e tolsero il disturbo. Quando tornò in Francia, al potere c’era un certo Napoleone Bonaparte, un “destro” che si spacciava per “sinistro”. Quando il Visconte scoprì che costui era come i giacobini tagliateste, diede le dimissioni dall’esercito e dalla diplomazia e scappò di nuovo. Infine, eliminato Napoleone, tornarono i Borboni, tipici “destri illiberali”, e tornò pure lui. Fu ambasciatore a Londra.

Curiosamente diventerà celebre, nei secoli dei secoli, non per i suoi meriti politici, e neppure letterari (fu un grande scrittore e un poeta raffinato) ma solo grazie al suo chef che sperimentò una cottura innovativa di una parte pregiata del manzo, al quale darà il suo nome.

Sono passati da allora 230 anni, ma siamo più o meno sempre lì. Qualche osmosi c’è stata fra le due sette. Per esempio, trent’anni fa la parte più elitaria dei “destri illiberali” decise di cambiare casacca e si impossessò di quella dei “sinistri” spingendo la parte povera di costoro nei recinti dei “destri”. Da allora al potere ci sono degli ex “destri” che si vergognano di esserlo e allora si spacciano per “sinistri” , pur continuando a fare politiche “destre”. Un mondo di gente strana quello delle élite.

Il visconte di Chateaubriand preso atto dell’età e degli acciacchi pare abbia detto: “Ho visto morire prima Luigi XVI, poi tutti i giacobini, quindi Napoleone Bonaparte, che ci faccio ancora in questo mondo?” Ragionamento impeccabile. Credo che quelli perbene della mia età che provano lo stesso disprezzo verso entrambe le sette, possano dire la stessa cosa, aggiornando solo i nomi.

Riccardo Ruggeri, 1° ottobre 2021

Zafferano.news

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