L’accusa choc ai no green pass: “Avete morti sulla coscienza”

Gli oltranzisti del partito unico del virus attaccano chiunque la pensi diversamente

23.2k 93
generica_porro_1200_5

Giovedì scorso, durante Dritto e Rovescio, condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4, abbiamo vissuto una sorta di riedizione televisiva della “Storia della Colonna Infame” in versione Covid-19. Malgrado le conoscenze medico-scientifiche ai tempi della drammatica vicenda narrata dal Manzoni – siamo nell’estate del 1630 – fossero incommensurabilmente limitate rispetto a quelle attuali, gli oltranzisti del partito unico del virus in sala hanno sostanzialmente trattato i due esponenti di ciò che potremmo definire il partito del dubbio – i giornalisti Maddalena Loy e Giuseppe Cruciani – come due pericolosi untori di opinioni mortali.

Tant’è che Andrea Romano, personaggio di grande ecclettismo politico, avendo sostenuto molti leader del recente passato, da D’Alema a Montezemolo, da Monti a Renzi – tanto per citarne alcuni – e definendosi spesso un riformista moderato, ha messo in piedi una improvvisata gogna mediatica, con il pieno sostegno di Antonio Caprarica, ai danni dei due dissenzienti, arrivando a sostenere che chiunque argomentasse come costoro avrebbe “dei morti sulla coscienza”.

Per la cronaca la citata Loy, a cui è stato impedito di esprimere compiutamente la sua posizione, ha tentato di sostenere una linea che personalmente condivido da molto tempo. La giornalista, che coordina la “Rete nazionale scuole in presenza”, affermando di essere in linea di principio favorevole ai vaccini, ha dichiarato di non aver fatto quello per il Covid dopo aver analizzato i numeri reali della pandemia, in quanto a suo dire i rischi per una cinquantenne come lei, priva di patologie gravi, sono molto bassi e quindi non giustificano tale profilassi.

“Vaccinazioni mirate ai fragili, libertà di scelta e abolizione del green pass”, questa in estrema sintesi la tesi della Loy, che è sembrata incontrare una certa sintonia in Cruciani, a sua volta colpevolizzato pesantemente per aver dato ospitalità nel suo popolare programma radiofonico ad un anziano e pittoresco personaggio no-vax, poi finito in terapia intensiva, così come, ahinoi, sta accadendo anche a tante persone immunodepresse con due o tre dosi di vaccino.

Ora, a mio parere, questo duro scontro televisivo ha segnato un altro, significativo passo in avanti verso quell’assurda guerra di religione in cui è stato trasformato il dibattito pubblico sulla pandemia. Ed è assai grave che un rappresentante autorevole del Partito Democratico, forza di governo, arrivi quasi a dare dell’ assassini, o dell’istigatore di un suicidio di massa, a chiunque abbia dubbi circa la linea oltranzista dello stesso governo: o vaccini da inoculare a tutti o morte. In questa visione da talebani sanitari non è previsto alcuno spazio per la critica o la semplice espressione di un dubbio, e men che meno per tesi e proposte alternative rispetto a ciò che si è fatto finora. E chi lo fa, sfidando il dogma a suo rischio e pericolo, viene immediatamente etichettato come un eretico nemico del popolo e fatto oggetto di pubblico disprezzo.

E che in prima linea in codesto orrido teatrino ci sia un politico, nonché acclamato professore di storia come Romano colpisce ancor più profondamente. Evidentemente lo studio dei nefasti conformismi di massa che hanno accompagnato le tragiche dittature del novecento, su tutti il ventennio fascista che condusse l’Italia verso la sua più grave catastrofe moderna, non sembra che gli sia servito a molto.

Claudio Romiti, 19 dicembre 2021

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version