Cronaca

Vizio di scioperare

Landini, quel dato sugli scioperi con Meloni: sarà un caso?

landini meloni © Michiru13 tramite Canva.com

“Lo sciopero è un atto grave e solenne, da usare con grande parsimonia per difenderne il valore civile e morale”. Parole e musica di Giuseppe Di Vittorio, fondatore e segretario generale della CGIL, deputato dell’Assemblea Costituente e fervente antifascista. Mica un banale fascista dell’ultim’ora desideroso di negare forzatamente ai lavoratori un diritto sacrosanto qual è il diritto di sciopero.

Parole che, tuttavia, il successore di Di Vittorio, Maurizio Landini, non ha esattamente preso alla lettera nell’arco del suo mandato da segretario generale del sindacato rosso. Peggio: sembra proprio che Landini ce la stia mettendo tutta per fare l’esatto contrario rispetto a quanto auspicava a suo tempo il suo illustre predecessore. Sotto la sua segreteria, infatti, il ricorso allo strumento di protesta si è accentuato a dismisura, in modo particolare dopo il 22 ottobre 2022 (sarà soltanto un caso?), convertendo così a tutti gli effetti l’uso in abuso. Prendiamo i dati forniti dal Ministero dei Trasporti sugli scioperi di settore. Di quelli  di rilievo “nazionale” tra ottobre 2022 e settembre 2023 (governo Meloni), la Cgil nelle sue articolazioni varie ha proclamati 53, quasi tutti effettuati. L’anno precedente, tra ottobre 2021 e settembre 2022, “solo” 34. Un caso?

Alla solennità dell’atto si è sostituita la ‘solita routine del venerdì‘, con il cotanto invocato diritto di sciopero che ha perduto ormai qualsivoglia significato, venendo utilizzato dal sindacato in maniera del tutto indiscriminata e rigorosamente a ridosso di festività, ponti o week end (ben otto volte su dieci). Non esattamente il migliore dei modi per difenderne il valore civile e morale.

Di più: oltre a svilire completamente l’atto dello sciopero, Maurizio Landini sta, venerdì dopo venerdì, trasformando il glorioso sindacato fondato nel lontano 1944 da Giuseppe Di Vittorio in uno dei tanti partituncoli della galassia iper-progressista, privo di idee e proposte concrete, e intento soltanto a fungere da stampella a Pd e Cinque Stelle e fare opposizione a prescindere all’esecutivo di centrodestra. In estrema sintesi, il compagno Landini, ormai sempre più estraneo al mondo sindacale e già da tempo proiettato verso la politica, con la sua ‘allegra’ gestione dei diritti dei lavoratori è riuscito nella titanica impresa di snaturare completamente il ruolo del sindacato sulla scena sociale, e a svuotare altresì dall’interno un importante strumento di lotta come lo sciopero, riducendolo a un mero escamotage finalizzato esclusivamente ad aggiungere un ulteriore giorno di vacanza al fine settimana.

Salvatore Di Bartolo, 16 novembre 2023

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